Una nuova protesta per scongiurare il licenziamento dei lavoratori impegnati sulla Palermo-Agrigento e fare «emergere la verità sul futuro del cantiere». Ad annunciarlo i sindacati che il 22 settembre, in assenza di risposte da parte dell’azienda che sta eseguendo i lavori – la Bolognetta scpa – e di Anas, la stazione appaltante, intendono occupare la strada e bloccare la circolazione. Un gesto dettato dai timori per il futuro dei 61 lavoratori, in stato di agitazione dopo che ad agosto l’azienda ha annunciato l’apertura di procedura di licenziamento collettivo.
Uno stop che l’azienda ha giustificato per via del mancato superamento di un confronto tecnico-amministrativo con Anas il merito a una perizia di variante. Ma è proprio questo il punto più controverso della vicenda come hanno più volte sottolineato le organizzazioni dei lavoratori che ora chiedono un nuovo incontro: «Durante l’ultimo incontro con l’azienda – affermano Francesco Piastra Fillea-Cgil, Paolo D’Anca Filca-Cisl e Ignazio Baudo Feneal-Uil -, l’apertura di procedura dei licenziamenti collettivi è stata motivata con il raggiungimento del 60 per cento delle opere da realizzare e, allo stato attuale, questa forza lavoro risulterebbe eccessiva. Tuttavia, nell’ultimo tavolo di confronto in assessorato, l’Anas auspicava un aumento della produzione e scongiurava qualsiasi fermo di cantiere». Per i sindacati, quindi, ci sarebbe una incongruenza tra le dichiarazioni dell’azienda e quelle della stazione appaltante che andrebbe chiarita al più presto.
Un dialogo che nel tempo, tuttavia, si è fatto più teso al punto che il tavolo di confronto ipotizzato a fine agosto tra i soggetti coinvolti non si è ancora celebrato. «Da qui nasce la nostra difficoltà ad accettare questi licenziamenti» proseguono i rappresentanti dei lavoratori per i quali c’è anche la preoccupazione che quest’opera rimanga un’incompiuta: «C’è il rischio che rimanga monca. Noi ci andremo giù pesanti e, se non dovessero arrivare risposte, il 22 mattina bloccheremo la strada e chiederemo anche l’adesione dei sindaci e del territorio perché il ritardo nel completamento dei lavori sta creando disagi anche a tutte le aree interessate dagli interventi. Chiediamo un tavolo di confronto – concludono – perché vogliamo conoscere la verità».
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