È stata confermata dalla Cassazione la condanna per truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti di un impiegato amministrativo in servizio al Tribunale di Trapani che si metteva in malattia per lavorare come dentista abusivo in uno studio medico, non avendo alcun titolo di studio per l’attività odontoiatrica. In pratica, il cancelliere commetteva un reato come ‘statale’ per commetterne un altro, per il quale è incappato in un ulteriore processo.
Domenico D.A. – scrive la Suprema Corte nel suo verdetto – «induceva in errore l’amministrazione statale con artifici consistiti nel far apparire, con certificati medici, uno stato di salute che non gli consentiva di recarsi al lavoro presso l’ufficio del dirigente amministrativo del Tribunale di Trapani, mentre invece espletava abusivamente l’attività di medico dentista presso uno studio odontoiatrico in Trapani, così perseguendo l’ingiusto profitto degli emolumenti percepiti da luglio a settembre 2012».
La condanna è stata pari a dieci mesi di reclusione e 300 euro di multa ed è stata sospesa: le attenuanti generiche, nonostante si tratti di persona incensurata, gli sono state negate per la particolare «intensità del dolo» e l’assenza di “pentimento”. Gli ‘ermellini’ – sentenza 17423 – hanno così reso definitivo quanto deciso dalla Corte di Appello di Palermo nel marzo 2018.
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