Campagna a sostegno del mercato equosolidale «Rischiamo di chiudere anche l’ultima bottega»

Solidarietà ed equità. Si basa su questi principi, ormai da vent’anni, l’attività della cooperativa sociale Enghera, che con le sue botteghe del mondo è ambasciatrice del mercato equo e solidale, in favore di criteri come il prezzo giusto per i produttori e la sostenibilità ambientale, lottando contro il lavoro minorile e lo sfruttamento dei lavoratori in molte zone del mondo. Gli stessi principi attorno a cui, oggi, ruota la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi #sostienEnghera, con cui si invitano le persone a dare un contributo affinché la onlus che opera in provincia di Catania non sia costretta a chiudere le ultime botteghe rimaste.

«Il commercio equo e solidale, così come quello tradizionale, sta vivendo una grossa crisi, aggravata dal fatto che i margini sono molto ridotti per poter permettere un compenso equo ai produttori», spiega a MeridioNews Francesco Licciardello, socio fondatore della cooperativa. «In Sicilia – continua – sono rimaste pochissime botteghe del mondo e quella che gestiamo ad Acireale è tra queste. Le difficoltà degli ultimi anni ci hanno portato a chiudere il punto vendita di via Etnea a Catania e il futuro si presenta critico, ma vogliamo essere ottimisti promuovendo iniziative culturali e appuntamenti a sostegno della nostra realtà e delle centinaia di persone che stanno dietro ogni oggetto esposto».

Hanno cominciato domenica 3 dicembre con la colazione solidale a base di tè, caffè, cioccolata e biscotti preparati con i prodotti della cooperativa, continueranno sabato 16 con un apericena equosolidale in cui verranno offerti cous cous, quinoa e altri prodotti etnici. Da gennaio inizieranno una serie di iniziative che culmineranno in una festa per i vent’anni di Enghera, a maggio 2018.

«È possibile darci una mano anche acquistando il tradizionale panettone di Altromercato e il pandoro artigianale Enghera». Ma anche mettendo sotto l’albero di Natale regali equosolidali prodotti da artigiani o agricoltori dei paesi del Sud del mondo tra cui India, Bangladesh, Perù, Bolivia, Africa, acquistabili nelle botteghe del mondo. «In bottega abbiamo anche prodotti di cooperative sociali del territorio, sia di artigianato che di genere alimentare», chiarisce Licciardello. 

«La nostra bottega non è solo un semplice punto vendita. Attorno ruotano oltre centocinquanta soci, che spesso organizzano anche incontri a tema dove intervengono come ospiti i produttori». E se negli anni la spinta propulsiva originaria di alcuni soci si è affievolita, oggi stanno provando a darle nuova forza, nonostante i conti non tornino più e il fatturato cali di anno in anno. «Ecco perché abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, soci e non soci, per permettere alla porta della piccola bottega di rimanere aperta».


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