A gennaio, per sei mesi l'anno e fino al 2022, partirà la ricerca archeologica sul territorio di Terravecchia, da cui nacque il Comune madonita dalle origini islamiche. «Una tappa molto importante per noi» ha commentato il sindaco Domenico Giannopolo
Caltavuturo, al via i lavori per riportare alla luce l’antica città Gli scavi potrebbero rientrare nel percorso arabo-normanno
Inaugurato a fine ottobre e già in procinto di allargarsi. È l’itinerario arabo-normano approvato recentemente dall’Unesco, che comprende le realtà di Monreale, Palermo e Cefalù. Ad aggiungersi potrebbe essere il Comune di Caltavuturo: da gennaio infatti partirà la ricerca archeologica sul territorio di Terravecchia, dal cui terrazzo roccioso e scosceso è nato poi il Comune madonita, il cui nome ha origini islamiche. Per alcuni studiosi la parola Caltavuturo deriva da Kalaat-abitur, ovvero, castello di Abi Tur, in riferimento al nome del condottiero saraceno che combatté con il suo esercito una sanguinosa battaglia durante la campagna di conquista della Sicilia sulla zona Terravecchia.
Dal prossimo anno in ogni caso per l’offerta turistica culturale di Caltavuturo si prospettano degli scenari molto interessanti, specialmente nel settore archeologico, che diventerà uno dei fiori all’occhiello. Il lavoro di ricerca sarà diretto da un esperto del settore, incaricato dal Comune, sotto la sorveglianza della sezione archeologica della soprintendenza di Palermo. I lavori saranno supportati anche dai ragazzi del servizio civile del progetti Gocce di Memoria e La storia siamo noi. La campagna di scavi durerà sei mesi l’anno. Per completare l’intero lavoro ci vorranno circa cinque anni, necessari per portare alla luce l’intero assetto urbanistico di Terravecchia. Il sito sarà manutenzionato e vigilato dalla cooperativa sociale Insieme per l’ambiente, che si è aggiudicata la gara fino al 31 dicembre del 2018.
Nel progetto è prevista anche l’installazione di 15 icone in bronzo e rame, scolpite dal pittore Salvatore Tonnicodi che rappresentano la via crucis, sullo stralcio di strada che porta a Terravecchia. Il programma sarà reso esecutivo per essere inserito nei programmi del Por 2014-2020. I reperti rinvenuti a Terravecchia saranno restaurati presso il laboratorio di via IV Aprile, annesso al museo, nel quale saranno esposti successivamente al pubblico in un’apposita sezione archeologica.
L’animazione museale sarà svolta dagli stessi ragazzi del servizio civile e dall’associazione Athena, che gestirà fino al 31 dicembre 2018 i servizi museali. L’amministrazione comunale di Caltavuturo, inoltre, ha deciso di valutare i costi dell’esposizione permanente della Phiale Aurea o chiedere l’autorizzazione a realizzare una copia fedele per un’esposizione permanente al museo civico. «L’intervento lo facciamo consapevoli di offrire un’ulteriore tappa da poter aggiungere al percorso arabo–normanno approvato dall’Unesco – ha commentato il primo cittadino Domenico Giannopolo – Il nostro Comune in passato ha avuto fortissime influenze da parte di popoli arabi e normanni. Questo percorso rappresenta una tappa molto importante per la nostra città».