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La nostra amministrazione comunale invece di tutelare la sicurezza dei cittadini se ne frega». Inizia così il video girato da un cittadino del capoluogo nisseno nell’area denominata Vulcanelli, a ridosso della frazione Villaggio Santa Barbara di Caltanissetta. Le immagini riprendono parte di un vasto terreno – circa dieci ettari – all’interno del quale si verificano i fenomeni conosciuti appunto con il nome di vulcanelli o maccalube. Simili a quelli presenti ad Aragona, si tratta di piccole bocche da cui esce fuori del gas, nello specifico metano.
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Li chiamano vulcanelli ma non hanno legami con i vulcani – spiega Michele D’Auria, geologo presso il Genio civile -. Sono sacche di metano che si trovano a centinaia di metri di profondità e che poi, a causa di alcune fessure nel terreno, trovano la strada per risalire in superficie». Il metano, che si muove ad alta pressione, trascina con sé acqua e terriccio, da queste parti soprattutto argilla. «Ciò fa sì che possano crearsi improvvise colonne di fango, molto pericolose se qualcuno si trova nelle vicinanze». Proprio a causa dell’esplosione di un vulcanello, l’anno scorso ad Aragona, in provincia di Agrigento, sono morti due bambini. «La zona del Villaggio santa Barbara non è frequentata – commenta D’Auria – perché non è di passaggio. La frazione nasce come villaggio di minatori e oggi bisognerebbe andarci appositamente, anche perché la Statale che la costeggia è meno usata rispetto al passato. Ciò però non significa – ammette il geologo – che non vadano prese le dovute precauzioni».
Misure che, stando ad alcuni, non sarebbero sufficienti a garantire la
sicurezza del sito. E questo nonostante esista un’ordinanza del Comune di Caltanissetta in cui si vieta l’accesso ai vulcanelli. A firmarla a luglio dello scorso anno è stata il sindaco del capoluogo nisseno, Giovanni Ruvolo. «Considerato lo stato di rischio geologico causato dalle emissioni gassose si invita la cittadinanza ad agire con un prudenza in particolare nei confronti di minori informandoli dello stato di rischio», si legge nel documento.
Il divieto, tuttavia, al momento non è accompagnato ad altri accorgimenti per interdire l’ingresso. Anche se è lo stesso Ruvolo ad assicurare che il Comune presto interverrà. «
Esisteva una recinzione e una cartellonistica che informava del pericolo – dichiara il primo cittadino a MeridioNews – ma a causa dell’incuria sono state danneggiate. Prossimamente le ripristineremo. Il personale dell’ufficio tecnico ci sta già lavorando».
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