Il successo per 2-1 sulla Fidelis Andria, deciso da Russotto, non sarebbe bastato. È il pareggio a sorpresa del Monopoli, per 1-1, che risulta determinante ai rossazzurri per evitare la serie D. Ma il pericolo scampato non spegne la contestazione del pubblico verso squadra e dirigenti. Guarda le foto
Calcio Catania, salvo grazie al Matera Calciatori in festa. Tifosi: «Tutti a casa»
Il Catania è salvo, ma non solo grazie alla vittoria per 2-1 ottenuta al Massimino. Sin dal fischio d’inizio i rossazzurri sapevano che non sarebbe bastato battere la Fidelis Andria per evitare i play–out. Almeno una tra Catanzaro e Monopoli, impegnate contro Melfi e Matera, non avrebbe dovuto fare risultato pieno. Così accade, in un saliscendi di emozioni inaspettate legate ai risultati che arrivano da internet. Alla festa finale dei calciatori però, si contrappone la contestazione dei tifosi.
Tutte le partite dell’ultima giornata di Lega Pro iniziano in contemporanea. E il destino dei rossazzurri appare sin da subito legato a quel che accade negli altri campi, soprattutto su quello di Matera. Dove entrambe le reti sono bucate e perciò, anche al Massimino, il fischio d’inizio è ritardato di sette minuti. I calciatori, già schierati sul terreno di gioco, palleggiano e corricchiano fino a che l’arbitro che dirige a Matera non dà il via libera. I rossazzurri sono subito propositivi, ma poco efficaci. Calil, dopo una lunga corsa fino all’area avversaria, sbatte contro un difensore perdendo pallone ed equilibrio, e facendo perdere la pazienza – già dopo poco tempo – ai pochi tifosi presenti allo stadio. Anche per gli ultimi 90′ della stagione i tifosi della curva Nord hanno deciso di disertare, almeno nel primo tempo. Ci sono invece quelli della curva Sud.
Il primo tiro pericoloso, che non inquadra la porta ma impegna il portiere, è dell’Andria. Un caso isolato, al quale fa seguito il progressivo attacco – sempre più insistente – dei rossazzurri. Russotto, libero all’interno dell’area, manca il passaggio verso un compagno che era stato lasciato da solo davanti al portiere. All’occasione persa rimedia dopo pochi minuti, al 22esimo, guadagnandosi l’angolo che porta gli etnei in vantaggio. La mischia che si scatena, quando il pallone spiove in area, trova pace nel tiro di prima intenzione di Bergamelli, che da circa venti metri conclude di potenza senza permettere al portiere Cilli di essere più veloce del pallone, che finisce in rete. La gioia che il difensore mostra, nell’esultanza, per i tifosi è dimezzata: il Monopoli ha da poco segnato sul campo del Matera. Un risultato che viene accolto tra gli «e ti pareva…» e i «vergogna» del pubblico.
Parole piene di rabbia e disillusione che salgono di tono quando, dopo il fallo che causa l’espulsione di un giocatore del Monopoli e l’assegnazione del rigore, il tiro dagli undici metri viene fallito dal Matera. L’attenzione del Massimino si concentra allora sulla partita del Catanzaro, che nonostante giochi in casa, e appaia più quotato per una facile vittoria, stenta contro il Melfi. A conti fatti il Catania sarebbe comunque salvo, così, e i calabresi giocherebbero i play-out. Ma al 35esimo l’applauso che parte dalla tribuna A è per il pareggio del Matera contro il Monopoli, grazie al gol di tacco, in acrobazia, di Infantino. I giochi, però, non sono ancora fatti. A pochi minuti dalla fine del primo tempo entrano allo stadio gli ultras della curva Nord, che interrompono lo sciopero del tifo mantenuto nelle ultime tre gare. Contestando soprattutto, squadra come vecchi e nuovi dirigenti.
Più forte del canto dei tifosi, a scuotere lo stadio è la rete di Strambelli. Il calciatore della Fidelis Andria, al 41esimo, mette il pallone all’incrocio dei pali con un tiro preciso e fortunato dalla distanza. Liverani non arriva in tempo. Il gol riporta il risultato in pareggio e il Catania ai play-out. Mentre gli ultras della Fidelis Andria urlano «serie D, serie D», al 44esimo, Bombagi tira una punizione da fuori area, Cilli non trattiene, Calil da pochi passi rimanda il pallone nuovamente sul portiere – e poi in angolo – anziché in gol. A riportare il Catania in vantaggio ci prova Calderini, che su invito di Russotto, al terzo minuto della ripresa, fa venire i brividi – non solo per la pioggia e il vento che sferzano il terreno di gioco – agli undici della squadra ospite. La rete arriva dopo due minuti. Quando è Calderini a trovare Russotto, che di piatto, in area, mette il pallone in rete.
I tre punti, virtuali, riportano il Catania in salvo e allontanano la paura play-out. Che però si riavvicina quando il Catanzaro – al 15esimo della ripresa – passa in vantaggio. Nonostante il risultato del Massimino resti in bilico, lo stadio si avvolge nella silenziosa attesa di quel che accade soprattutto a Matera. Chiede informazioni anche il presidente Davide Franco, che assiste alla gara camminando nervosamente su e giù per il box a lui riservato, e fumando il suo solito sigaro. Gli ultras della curva Nord invece, a 15 minuti dalla fine – com’erano entrati – escono dallo stadio. Proprio mentre un tifoso urla arrabbiatissimo al suo tablet: «C’era un rigore netto per il Matera». Ma più ci si avvicina al 90esimo, più la Fidelis Andria si avvicina alla porta di Liverani. Gli occhi del Massimino tornano sulla partita del Catania: fischi alla squadra e urlacci all’allenatore Moriero.
L’unica mossa che compie, il tecnico, è la sostituzione di Calderini, che esce infortunato all’inizio dei cinque minuti di recupero. Ma non serve altro. Il risultato sul campo del Matera non cambia e non cambierà. La partita degli avversari termina prima di quella del Catania: per l’euforia alcuni giocatori della panchina, e anche il fotografo ufficiale, entrano già in campo a festeggiare. Ma la gara, quella dei rossazzurri, non è ancora finita, lo sarà pochi secondi dopo. L’arbitro fischia, il Catania è salvo e può essere festa. I calciatori si abbracciano, un dirigente – nella foga – accusa un malore, ma si riprende subito. Gli spalti invece, dopo l’urlo liberatorio rivolto in direzione Matera, per il pericolo scampato, interrompono la festa dei calciatori con un coro. Che se suona stonato, per il clima festoso del finale di partita, è intonato con quanto cantato durante il torneo: «Tutti a casa».