Stamattina, su la 7, nuove esternazioni antisiciliane di questo siciliano che ama rinnegare la propria terra. E che non perde occasione per gettare fango sull'autonomia, continuando a confondere un'istituzione con chi e' chiamata a rappresentarla
“Buttanissima Sicilia”: firmato Piatrangelo Butta-fiele, pardon, Buttafuoco…
Stamattina, su La 7, Pierangelo Buttafuoco ospite di Coffee Breek presentava, tra le altre”minchiate” che ha detto con la sua solita prosopopea e supponenza, il suo ultimo libro “Buttanissima Sicilia”: non poteva scegliere miglior titolo per sancire ed ufficializzare il suo “status” di rinnegato e di traditore della sua terra.
Questo intellettualoide in tredicesima è lo stesso che in un altra trasmissione televisiva (sempre su La 7 ed intervistato da Lilli Gruber) sosteneva che Papa Francesco è un ipocrita e che tutto quello che Francesco fa, dice e predica non è altro che una falsa manifestazione del suo retro-pensiero.
Ed ora in questo suo nuovo libro (che io non comprerò ed invito a non comprare) scrive (a quanto ha detto stamattina a La 7) peste e corna della sua buttanissima terra d’origine, sparando sullo Statuto Siciliano che secondo lui va abolito e di converso cancellata la Regione Siciliana a statuto speciale.
Se dipendesse da lui, credo, cancellerebbe la Sicilia e siciliani pure dalla carta geografica, oltre che abolire lo Statuto regionale. Questo ‘prodotto’ della cultura che sostiene, di recente contestato ferocemente da Dario Fo, che il Papa in tutte le sue manifestazioni è un ipocrita e che, nel contempo, rinnega ripudia la sua terra d’origine, non merita nessuna considerazione se non il disprezzo dei siciliani e di tutti quelli che si riconoscono in quel processo di rinnovamento e di moralizzazione della società intrapreso da Papa Francesco a difesa degli umili e messaggero di pace.
Del resto, che ci si può aspettare da un giornalista campione di coerenza come Pierangelo Buttafuoco, ex missino che, pur di restare sulla cresta dellonda, è passato nel tempo indifferentemente dal Secolo dItalia, a Panorama, al Foglio e a Repubblica, dopo essere stato licenziato da Panorama.
Di questi campioni ne è piena la storia del nostro Paese. Uno per tutti Giorgio Bocca, razzista ed antimeridionale, fascista durante il ventennio fascista e firmatario del manifesto della razza e poi, quando con il crollo del regime il vento cambiò, da fascista divenne partigiano e poi, peggio ancora, allitalica maniera, opportunisticamente un icona della sinistra e del giornalismo italiano. Pietrangelo Buttafuoco e Giorgio Bocca ondivaghi nei loro percorsi: due vite parallele che, pur di rimanere sulla cresta dellonda,,non si sono mai posti nei loro percorsi di vita problemi di coerenza. Dio ci
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