Bufardeci, Gianni e Granata: i tre dell’Ave Maria…

“Si uncieru”, direbbe qualche personaggio di Camilleri, con inflessione in bilico tra lo sciacchitano (“Saccensi, prego”, sottolinierebbero subito a Sciacca) e ‘u marinisi (così in provincia di Agrigento vengono definiti, indifferentemente, abitanti e dialetto di Porto Empedocle). Abbiamo chiesto un prestito linguistico, perché, in effetti, la scena che raccontiamo, naturalmente in sintesi, si svolge a Siracusa e dintorni. Dove tre parlamentari aretusei, diversissimi l’uno dall’altro, si sarebbero alleati all’insegna del terzo polo. (si uncieru significa prorpio questo: si sono uniti…).

Chi sono questi tre ‘geni’?. Il primo è Titti Bufardeci, da giovane socialista, poi tra i fondatori di Forza Italia in Sicilia, sindaco per dieci anni di Siracusa, più volte assessore regionale, seguace della prima ora di Gianfranco Miccichè e, con lui, ‘condannato’ dopo, il tramonto di Berlusconi (o dopo averlo tradito?) a trovare una nuova collocazione.

Ufficialmente, il partito fondato in Sicilia da Miccichè, Forza del Sud (ce ne sarebbe anche un altro fondato da lui tra Reggio Calabria e Roma: Grande Sud, del quale, dopo la nascita del governo Monti, si hanno scarne notizie), non ha ancora una collocazione. Oscilla tra centrodestra e centrosinistra.

Adesso, a quanto pare, Forza del Sud starebbe ‘abbuccando’ verso sinistra. Magari imboccando il ponte – ponte ‘politico, ovviamente, e non quello di Ortigia – verso il terzo polo che, già da tempo, a propria volta, ha imboccato il ponte verso il centrosinistra (tranne a Palermo, ovviamente, dove Rita Borsellino, refrattaria ai trasformismi politici di Lombardo, Lumia e Cracolici, ha invece tagliato tutti ponti con il terzo polo:vivaddio!).

Sì, a quanto pare Bufardeci si sarebbe convinto e avrebbe ormai quasi spiccato il salto della quaglia verso il terzo polo. Idem con patate per Pippo Gianni, il gaudente parlamentare regionale, anche e lui più volte assessore regionale, già esponente della Dc, poi dell’Udc, fino a ieri nel Pid e, adesso, in ‘viaggio’ (così si dice) verso il terzo polo.

Il terzo di questa nuova ‘Ave Maria’ di santa Lucia è Fabio Granata. Già fascistone da giovane, poi deputato regionale, assessore regionale ‘trombato’ nel 2006, nominato vice sindaco dal Pdl, di nuovo ‘nominato’ – sempre dal Pdl – parlamentare nazionale e adesso nel terzo polo.

Passi che Bufardeci e Gianni si ‘fidanzino’ (politicamente, s’intende).

Che nel ‘mazzo’ ci vada anche Granata, no, questo è troppo! Granata è sempre stato un estremista: tra gli ex fascistoni, da assessore regionale e, ancora, estremista-irriducibile nelle vesti di finiano-antiberlusconiano. Beh, che un estremista come Granata sia adesso nel terzo polo di Casini, sinceramente, ci sembra quasi comico. Chi avrebbe mai detto che i ‘puri’ e ‘duri’ dell’Msi e poi di An – e Granata era tra questi – sarebbero finiti nelle braccia dei democristiani? La coerenza, innanzi tutto…

 

 

 


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“si uncieru”, direbbe qualche personaggio di camilleri, con inflessione in bilico tra lo sciacchitano (“saccensi, prego”, sottolinierebbero subito a sciacca) e ‘u marinisi (così in provincia di agrigento vengono definiti, indifferentemente, abitanti e dialetto di porto empedocle). Abbiamo chiesto un prestito linguistico, perché, in effetti, la scena che raccontiamo, naturalmente in sintesi, si svolge a siracusa e dintorni. Dove tre parlamentari aretusei, diversissimi l’uno dall’altro, si sarebbero alleati all’insegna del terzo polo. (si uncieru significa prorpio questo: si sono uniti. . . ).

“si uncieru”, direbbe qualche personaggio di camilleri, con inflessione in bilico tra lo sciacchitano (“saccensi, prego”, sottolinierebbero subito a sciacca) e ‘u marinisi (così in provincia di agrigento vengono definiti, indifferentemente, abitanti e dialetto di porto empedocle). Abbiamo chiesto un prestito linguistico, perché, in effetti, la scena che raccontiamo, naturalmente in sintesi, si svolge a siracusa e dintorni. Dove tre parlamentari aretusei, diversissimi l’uno dall’altro, si sarebbero alleati all’insegna del terzo polo. (si uncieru significa prorpio questo: si sono uniti. . . ).

“si uncieru”, direbbe qualche personaggio di camilleri, con inflessione in bilico tra lo sciacchitano (“saccensi, prego”, sottolinierebbero subito a sciacca) e ‘u marinisi (così in provincia di agrigento vengono definiti, indifferentemente, abitanti e dialetto di porto empedocle). Abbiamo chiesto un prestito linguistico, perché, in effetti, la scena che raccontiamo, naturalmente in sintesi, si svolge a siracusa e dintorni. Dove tre parlamentari aretusei, diversissimi l’uno dall’altro, si sarebbero alleati all’insegna del terzo polo. (si uncieru significa prorpio questo: si sono uniti. . . ).

“si uncieru”, direbbe qualche personaggio di camilleri, con inflessione in bilico tra lo sciacchitano (“saccensi, prego”, sottolinierebbero subito a sciacca) e ‘u marinisi (così in provincia di agrigento vengono definiti, indifferentemente, abitanti e dialetto di porto empedocle). Abbiamo chiesto un prestito linguistico, perché, in effetti, la scena che raccontiamo, naturalmente in sintesi, si svolge a siracusa e dintorni. Dove tre parlamentari aretusei, diversissimi l’uno dall’altro, si sarebbero alleati all’insegna del terzo polo. (si uncieru significa prorpio questo: si sono uniti. . . ).

“si uncieru”, direbbe qualche personaggio di camilleri, con inflessione in bilico tra lo sciacchitano (“saccensi, prego”, sottolinierebbero subito a sciacca) e ‘u marinisi (così in provincia di agrigento vengono definiti, indifferentemente, abitanti e dialetto di porto empedocle). Abbiamo chiesto un prestito linguistico, perché, in effetti, la scena che raccontiamo, naturalmente in sintesi, si svolge a siracusa e dintorni. Dove tre parlamentari aretusei, diversissimi l’uno dall’altro, si sarebbero alleati all’insegna del terzo polo. (si uncieru significa prorpio questo: si sono uniti. . . ).

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