Dura appena una mattinata la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palermo, dove ha partecipato alla «parte più istituzionale» – parole sue – delle commemorazioni in ricordo della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Parte più istituzionale che inizia con la tradizionale […]
Via D’Amelio, visita lampo di Meloni a Palermo: «Solo la mafia può contestarmi»
Dura appena una mattinata la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palermo, dove ha partecipato alla «parte più istituzionale» – parole sue – delle commemorazioni in ricordo della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Parte più istituzionale che inizia con la tradizionale deposizione di una corona di fiori sulla lapide in ricordo delle vittime che si trova all’interno dell’ufficio Scorte della caserma Lungaro. Cerimonia che, per la prima volta nella storia, è stata interdetta alla stampa da parte della questura, con i giornalisti che si sono dovuti accontentare di vedere le 21 automobili della carovana presidenziale entrare, una per una, all’interno dei cancelli blindati di corso Pisani.
Per sentire parlare Meloni bisognerà aspettare qualche ora e il vertice in prefettura per discutere di sicurezza. Lì la presidente si concede ai microfoni e tenta di fugare le polemiche che la volevano infastidita per il rischio contestazioni e per la scelta di non partecipare alla fiaccolata in via D’Amelio. «La fiaccolata è stato un tema di agenda – spiega Meloni – Io ho preferito fare la cosa più istituzionale che c’era. Se avessi partecipato solo alla fiaccolata, mi avrebbero detto “Eh, ma non è la più istituzionale”, perché non ha simboli e molti scelgono anche di non partecipare. Si sarebbe fatta polemica anche su questo».
E ancora: «Chi è che mi vuole contestare esattamente? Perché la mafia mi può contestare, quello sì». Meloni, marcata stretta dal presidente della Regione Renato Schifani snocciola i risultati ottenuti o in previsione del suo governo, parla della figura di Paolo Borsellino e dell’incontro con la famiglia, avvenuto poco prima, lontano dai riflettori per scelta della questura, che pure aveva chiesto in anticipo i nominativi e indicato i comportamenti da tenere ai giornalisti, esclusi in extremis. «Sono stati inferti, in questi mesi, colpi importantissimi contro la criminalità organizzata – dice Meloni – e sono stata colpita dal fatto che si potesse mettere in discussione anche questo. Mi sento di dire che chi fa queste polemiche non aiuta le istituzioni. Mi sento di dire che quello che ho letto su alcuni quotidiani – conclude la presidente – riguardo la mia presenza qui è una polemica inventata».