Black gold, rubavano carburante da basi militari In azione tra Sigonella e Augusta. Indagati in 14

Furto e ricettazione ma anche distruzione di opere militari e inquinamento ambientale. Sono questi i reati di cui sono accusate 14 persone, otto delle quali destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare con obbligo di dimora, che farebbero parte di un’associazione a delinquere. Il gruppo è finito nel mirino dei carabinieri di Augusta, Sigonella e Catania, che questa mattina hanno portato a termine un’operazione, ribattezzata Black gold. Impegnati circa 50 militari. Sotto la lente d’ingrandimento il periodo compreso tra ottobre 2016 e febbraio 2018, in vari Comuni della provincia di Siracusa e Catania. 

Il gruppo criminale avrebbe preso di mira alcune raffinerie e oleodotti per effettuare furti di idrocarburi. Nello specifico la stazione di spinta Nato in contrada San Cusumano, ad Augusta. C’è poi quella della base militare di Sigonella e le raffinerie Sasol Italy, Augusta, e Isab di Priolo Gargallo. La banda, fatta di autisti, tecnici e idraulici, si sarebbe specializzata nella perforazione del terreno, arrivando anche a due metri di profondità, per sottrarre il combustibile. Il modus operandi prevedeva l’utilizzo di una ganascia metallica dotata di valvola, in gergo chiamata cravatta, che serviva per deviare il flusso all’interno di autobotti o cisterne risultate rubate.

Nel corso dell’indagine sono stati portati via circa 200mila litri di carburante per un danno stimato di circa 170mila euro, in più causando un danno economico per il continuo ripristino degli impianti danneggiati e la bonifica delle aree interessate dagli sversamenti di idrocarburi. Nel complesso si parla di una cifra che sfiora il milione di euro. Quanto rubato poi sarebbe stato commercializzato nel circuito illegale. La gang specializzata nei furti di oro nero avrebbe preso di mira anche un deposito materiali della Marina militare italiana.

Trai destinatari dell’ordinanza c’è Salvatore Castro, residente ad Acireale, Iulian Spansenschi, Giovanni Scardaci, Michele Lombardo, William Saccone, Valentino Pillera e Isidoro Di Stefano e Massimo Scardaci. Il gruppo, secondo quanto accertato da MeridioNews, non avrebbe avuto un vero e proprio capo. 


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