Biscari, mancano i supplenti La preside: «Non ci sono soldi»

Mancano gli insegnanti, ma non ci sono neppure i soldi per nominare dei supplenti. Così i bambini vengono seguiti dai docenti della scuola che hanno ore “eccedenti”. Succede all’istituto comprensivo Biscari di Catania, alle materna come alle elementari. Un problema che ha spinto i genitori a presentare una richiesta ufficiale alla preside Anna Maria Nicosia. «Ai nostri figli manca la continuità didattica. La loro insegnante è assente dal 24 ottobre scorso e da allora cambiano docente in continuazione – affermano le mamme e i papà della quarta C -. Anche se la preside non ha i soldi in cassa per pagare il supplente deve lo stesso nominare qualcuno. Se ne nascerà un contenzioso, sarà con il ministero e non con lei». Nelle classi della materna ieri, a sostituire gli insegnanti, è stata chiamata una supplente che, per specifiche di contratto, non verrà pagata direttamente dalla scuola. Soluzione che fa infuriare ancora di più i genitori degli alunni delle elementari. «I nostri figli non valgono meno – ribatte una mamma – Se si può chiamare una supplente per la materna, lo si deve fare anche per la nostra classe».

La dirigente scolastica, dal canto suo, ammette le difficoltà, tra i fondi per le scuole pubbliche che vanno sempre diminuendo e l’impossibilità di modificare i capitoli di bilancio, spostando i soldi dove sono più necessari. Le cifre a disposizione per le supplenze non sono sufficienti e la scuola si trova già con 26mila euro di rosso nel capitolo. «Per tutto il 2011 il ministero ha mandato solo 33mila euro quale assegnazione base per le supplenze brevi senza mai nessuna integrazione – dichiara la preside – Mi impegno sempre per i bambini, cerco di non far mai mancare nulla, ma non posso gravare ancora di più sulle casse della scuola. Devo impiegare i docenti interni come mi prescrive la legge». Non è una soluzione problematica, spiega Nicosia, che non capisce le lamentele dei genitori. «Non è vero che i ragazzi non studiano e non hanno continuità – dice -. Gli insegnanti che coprono le ore didattiche sono sempre gli stessi e dai registri che ho controllato si evince che stanno facendo attività formativa». Alla materna, inoltre, non c’erano insegnanti con ore eccedenti a disposizione. Ma alle elementari «non è necessario un supplente che non posso pagare», taglia corto.

Senza tralasciare che il ministero della Pubblica istruzione è già a conoscenza della situazione. Lo scorso 27 ottobre la stessa preside ha inviato un fax, chiedendo «con urgenza l’accreditamento di quanto dovuto – scrive -. In caso contrario non potrà più essere assicurato il normale svolgimento delle attività scolastiche». Ad oggi, però, non è arrivata nessuna risposta, figurarsi i soldi necessari. «E’ assurdo e perverso il sistema per cui i precari, pur di fare punteggio, vengono pagati con ritardo e non si sa neanche quando» aggiunge Nicosia. Preoccupata per le sorti della scuola, tiene a specificare che «è evidente il disegno di smantellare i servizi pubblici e noi lo vogliamo difendere a denti stretti».

Per le mamme e i papà della quarta C, intanto, neanche il consiglio scolastico straordinario convocato lo scorso lunedì è riuscito a trovare una soluzione. L’unica sembra essere l’attesa del ritorno della docente di ruolo, il 22 novembre, ma i genitori sono talmente arrabbiati che promettono di affidarsi agli organi competenti. A breve dovrebbero arrivare comunicazioni dal ministero, anche in previsione dell’approvazione del bilancio preventivo. Certo i tempi non sono favorevoli. Non solo la crisi economica rende sempre più difficile garantire i servizi alla popolazione, ma da ieri è cambiato il ministro della Pubblica istruzione. Maria Stella Gelmini ha lasciato il posto a Francesco Profumo che, per assumere l’impegno, lascia la presidenza del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche. Un passaggio forse non troppo immediato e i bambini della quarta C aspettano…


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