Biker picchiato da motociclisti (abusivi) sull’Etna. Identificati gli autori. «Confischeremo i mezzi»

«Ma voi vi rendete conto di quello che state combinando? Qui siamo nel territorio del parco dell’Etna». Comincia con questa frase un video, girato nei giorni scorsi nel territorio di Linguaglossa, che immortala l’aggressione a un escursionista in mountain bike da parte di alcuni enduristi. «Solo tu devi camminare qua?», sono le ultime parole pronunciate da un uomo calvo che indossa una tuta da motocross. Subito dopo scatta l’aggressione con pugni, qualche colpo di casco, pedate e spintoni. Un copione a cui si aggiunge la partecipazione di un secondo motociclista che però indossa il casco: «Sei un pezzo di merda, vai via» dice all’autore del filmato, girato probabilmente con una telecamera dotata del supporto da petto. Unica colpa del biker sarebbe stata quella di fare notare al gruppo in moto il mancato rispetto della legge che impone il divieto ai mezzi a motore di circolare liberamente nelle zone protette dell’Etna.

«Sono a conoscenza di questo filmato dal 19 dicembre, ossia dal giorno in cui un cittadino mi ha girato il video su Whatsapp. Immediatamente ho interessato il corpo forestale e l’ex azienda foreste», spiega a MeridioNews il presidente del parco dell’Etna Carlo Caputo. «La procura di Catania è a conoscenza della vicenda e gli autori dell’aggressione – spiega – sono stati già identificati. Per loro scatterà la sanzione amministrativa e provvederemo alla confisca dei mezzi». Il parco, istituto con legge regionale nel 1987, passati 36 anni continua tuttavia a scontare l’assenza di un’organizzazione unica rimanendo imbrigliato in una ragnatela di competenze tra più enti a cui la politica non vuole mettere seriamente mano. «Non abbiamo guardie parco per controllare il territorio – spiega Caputo – E siamo dotati soltanto di personale amministrativo con i nostri uffici chiamati in causa quando c’è da pianificare l’attività generale».

L’aggressione avvenuta sull’Etna ha fatto saltare dalla sedia anche Paolo Alberati, ex ciclista professionista, inventore del parco ciclistico dell’Etna e ormai da anni impegnato a valorizzare il patrimonio naturalistico del vulcano. «Siamo molto arrabbiati per questa vicenda – spiega al telefono – Purtroppo è l’ennesima dimostrazione del livello di inciviltà di chi maltratta e violenta il territorio. A farne le spese sono le persone che scappano dalle città per godersi l’Etna e i suoi sentieri in sicurezza. Una situazione non accettabile e dal nostro punto di vista faremo di tutto affinché gli autori vengano puniti come meritano».


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