Avrebbero dovuto essere il regalo natalizio dell'Autorità portuale ai cittadini di Catania. Eppure le stazioni per le biciclette elettriche all'interno dell'infrastruttura etnea non saranno attive prima della fine dell'estate. Quando si dovrà decidere a chi affidarne la gestione. Un'ipotesi, ancora da vagliare, è che vadano all'Amt
Bike sharing al porto, forse dopo l’estate «Molta burocrazia, parleremo col Comune»
Dovevano essere un regalo di Natale per Catania. E invece il bike sharing promesso dall’Autorità portuale lo scorso dicembre non sarà attivo prima della fine dell’estate. «Siamo stati rallentati per colpa della burocrazia», afferma Cosimo Indaco, commissario straordinario dell’ente etneo. «In realtà per Natale si riuscivano forse a comprare le biciclette elettriche, ma per l’attivazione del servizio si sapeva che i tempi sarebbero stati lunghi», risponde Riccardo Lentini, l’ingegnere dell’autorità portuale che segue il progetto. Le quattro strutture per la condivisione dei mezzi a due ruote ci sono, e pure le venti bici. Sono pronte anche le due colonnine di ricarica veloce per automobili elettriche che erano previste. A mancare, invece, sarebbero gli allacci. E, va da sé, il collaudo, che dovrebbe partire a giugno. Da quel momento, sarebbe necessario poi un ulteriore passaggio istituzionale: l’assegnazione della gestione di stazioni e bici. A un’azienda privata o a una partecipata del Comune di Catania.
Il bike sharing all’interno della struttura portuale – del quale si torna a parlare in questi giorni per via dell’interessamento del portale Mobilita Catania – era inserito all’interno di un programma europeo di collaborazione tra Catania e Malta. «L’obiettivo è sviluppare azioni che riguardano la sostenibilità ambientale – spiega Lentini – Noi abbiamo dato il nostro contributo con l’idea del bike sharing e gli spazi all’interno dell’area di nostra competenza. Ci sono anche due colonnine per la ricarica delle auto elettriche perché pure i nostri mezzi, ormai, sono completamente elettrici, quindi sappiamo di aver fatto una cosa utile». Il costo totale dell’operazione si aggira intorno ai 250mila euro, che servirebbero per «garantire un minimo di mobilità sostenibile alla città». Anche per questo, le stazioni delle bici saranno posizionate in diversi punti del porto, «in modo che sia più agevole muoversi verso una parte o l’altra di Catania».
Resta il fatto, però, che prima della fruizione passeranno ancora mesi. «Ci sarà una fase di sperimentazione che durerà tutta l’estate. A quel punto, quando saremo certi che ogni cosa funzioni, passeremo alla fase successiva, cioè quella dell’individuazione del soggetto che gestirà il bike sharing», conclude Lentini. Ed è proprio questo aspetto quello sul quale torna oggi a battere il commissario Indaco: «Quello che mi interessa è avviare un’azione efficiente ed efficace – dichiara – Se le stazioni saranno affidate a un soggetto pubblico, è necessario essere certi che dia garanzie». In questo senso, parlare del Comune catanese potrebbe essere prematuro. «Non escludo nessuno, determineranno gli uffici tecnici. Anche se più che l’amministrazione potrebbe essere una partecipata. Per esempio, l’Amt. Ne parleremo». Ma potrebbe verificarsi anche l’ipotesi che a manifestare interesse siano aziende private. «In quel caso – conclude Cosimo Indaco – si farà una gara d’appalto».