Il 34enne biancavillese Vincenzo Monteforte è accusato di fare parte del gruppo criminale mafioso Tomasello-Mazzaglia-Toscano, articolazione della famiglia di Cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano. «Voleva acquisire gestione e controllo»
Biancavilla, in carcere un esponente del clan locale Omicidi ed estorsioni «per affermare l’egemonia»
Associazione di tipo mafioso pluriaggravata. È questo il reato per cui è stato arrestato il 34enne biancavillese Vincenzo Monteforte accusato di fare pare del gruppo criminale mafioso Tomasello-Mazzaglia-Toscano che opera prevalentemente nel territorio di Biancavilla come articolazione territoriale della famiglia di Cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano.
L’uomo, arrestato dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Paternò insieme ai colleghi della stazione di Biancavilla su disposizione della procura di Catania, è il figlio di uno degli esponenti di spicco del clan locale tra il 2014 e il 2017. Il 34enne si sarebbe avvalso anche della forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di
omertà per commettere una serie di delitti per «affermare la propria egemonia e la supremazia gerarchica all’interno del sodalizio», come scrivono gli inquirenti. Omicidi, reati contro la persona e il patrimonio, rapine, furti, estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti.
L’obiettivo di Monteforte sarebbe stato quello di «acquisire
in modo diretto e indiretto la gestione o il controllo di attività economiche, di
concessioni, autorizzazioni e di appalti pubblici, per realizzare profitti o
vantaggi ingiusti». Il provvedimento restrittivo si fonda anche sulla recente sentenza di condanna del 34enne alla pena di otto anni di reclusione a
seguito dell’operazione Città Blindata.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato portato al carcere Bicocca di Catania.