Si ricordano i suoi trascorsi con craxi. Ma senza una parte della dc che l'ha sempre appoggiato oggi il cavaliere non avrebbe cio' che ha
Berlusconi a Fitto: “Figlio di democristiani”. E lui invece nella Prima Repubblica da chi si serviva?
SI RICORDANO I SUOI TRASCORSI CON CRAXI. MA SENZA UNA PARTE DELLA DC CHE L’HA SEMPRE APPOGGIATO OGGI IL CAVALIERE NON AVREBBE CIO’ CHE HA
di Carmelo Raffa
Molti si erano illusi che nelle forze politiche create da Silvio Berlusconi, prima con Forza Italia, poi con Pdl ed ora col ritorno a Forza Italia ci potesse essere un po’ di democrazia. Ma i fatti hanno sempre dimostrato il contrario.
D’altronde, cosa ci si potrebbe aspettare da una persona che ha concepito fin dalla nascita il partito come una promanazione della sua azienda? Senza dubbio per fare ciò l’ex Cavaliere ci ha messo il cuore e non solo, perché se esaminiamo la situazione economica di Forza Italia constatiamo che è disastrosa e con una montagna di debiti coperta da fideiussioni firmate dallo stesso leader Berlusconi.
Il primo a constatare che la casa di Forza Italia era troppo stretta e non si adattava alla sua persona fu Pierferdinando Casini reduce da un’esperienza nella Democrazia Cristiana, partito che consentiva la massima dialettica e quindi la piena democrazia interna. Nel 1994, infatti, Pierferdinando Casini assieme a Clemente Mastella creavano il Centro Cristiano Democratico.
Casini ebbe il coraggio di dire ancora un no a Berlusconi nel 2008. Infatti gli si chiedeva di sciogliere il suo partito e farlo confluire assieme ad Alleanza Nazionale ed a Forza Italia nella nuova forza politica voluta dall’ex Premier.
Gianfranco Fini commise un grave errore. Da un no secco pronunziato assieme a Casini, passo ad un ‘ni’ che poi, magari attraverso proposte allettanti per il suo partito da parte di Berlusconi, si convertì nel fatidico sì. Fini, facendo ciò, consegnava nelle mani del Padrone tanti dei suoi e dopo qualche anno si accorgeva che il Pdl non era altro che Forza Italia bis di proprietà di Silvio Berlusconi che, non sopportandolo più, “lo cacciava”.
In questa legislatura altri sono andati via, sicuramente non per mancanza di democrazia interna, ma per attaccamento alle poltrone di governo e di sottogoverno. Ci riferiamo chiaramente a quelli del Nuovo centro democratico di Angelino Alfano che, prima hanno scelto Enrico Letta, ed oggi siedono al Governo con Matteo Renzi.
Oggi stiamo assistendo a una nuova faida interna. Infatti l’ex Governatore della Regione Puglia, Raffaele Fitto, si è messo in testa di far diventare Forza Italia un partito veramente democratico e, alla stessa stregua di quello che fa il Partito Democratico, vorrebbe che le scelte dei candidati venissero fatte con le primarie. E Berlusconi che fa? Prima dice sì, poi ‘ni’ ed ora perde completamente le staffe e ricorda a Raffaele Fitto che è figlio di un democristiano.
Ma caro Berlusca, prima di dire ciò si è almeno ricordato di ciò che ha avuto Lei (e la sua famiglia) dalla Prima Repubblica e dalla Democrazia Cristiana? Si è dimenticato di quando la chiamavano Sua Emittenza? E di tanti e tanti favori che hanno fatto accrescere la sua posizione?
Certo, di lei si ricordano i suoi trascorsi con Bettino Craxi. E Ciriaco De Mita che tentò di tagliare la strada. Ma senza quella parte della Dc che l’appoggiava lei, oggi, non sarebbe dov’è.
No, caro ex Cavaliere, non ci aspettavamo da Lei tanta ingratitudine quando è solito da parte sua rinfacciarla ad altri.
Che dire di Raffaele Fitto e della sua voglia di democrazia in Forza Italia? Ci dispiace per l’ex governatore della Puglia, ma se veramente crede che ciò sia possibile in un partito come Forza Italia allora dobbiamo dirle: caro Fitto lei non sa dove sta di casa!
Foto tratta da termometropolitico.it