La prima denuncia per i disservizi risale al gennaio del 2017. Da allora ancora nulla è cambiato. Adesso il primo cittadino Carlo Caputo reitera le denunce pubbliche e fa ricorso a tutte le vie legali. «Il motivo del rallentamento è che i portalettere sono passati da 14 a sette», spiega a MeridioNews
Belpasso: la posta non arriva, è caos bollette «Dimezzati postini, faremo esposti in procura»
Il postino suona sempre due volte. Ma a Belpasso pare proprio di no. «Ritardi paurosi da circa un anno e mezzo creano gravi disservizi postali a tutti i cittadini». La denuncia arriva, ancora una volta dal sindaco del centro cittadino in provincia di Catania, Carlo Caputo. «Per Poste italiane a Belpasso la situazione sarebbe regolare ma io ricevo, ogni giorno, numerose segnalazioni da parte dei miei concittadini di ritardi nella consegna della corrispondenza». Lettere, pacchi, raccomandate. Dal centro urbano alle periferie, tutto arriva tardi, qualche volta anche troppo. «È un disagio di cui non parlo solo per sentito dire ma che sto vivendo anche in prima persona – racconta Caputo a MeridioNews – Per esempio qualche giorno fa, precisamente mercoledì 4 aprile, mi è arrivata una bolletta scaduta che, in realtà, era da pagare entro il 21 marzo. Stiamo parlando della posta del sindaco che viene consegnata con almeno 15 giorni di ritardo rispetto alla data di scadenza».
Stando a quanto riferisce il primo cittadino, i motivi del cronico rallentamento nelle consegne sarebbe da ricondurre «al dimezzamento dei portalettere: in un anno e mezzo, per l’esattezza, sono passati da 14 a sette. Da Poste italiane questo non ci è stato confermato – aggiunge – ma noi abbiamo la certezza anche da quanto ci dicono gli stessi lavoratori della società che si occupa della gestione del servizio postale nel nostro Comune». Sarebbe dunque la carenza di postini a creare l’inefficienza. «È vero che la società non ha ammesso che sia questa la causa dei ritardi nelle consegne continuando ad accampare scuse come la mancanza di cassette postali modulari. Nel loro comunicato però – sottolinea il primo cittadino – annunciano che stanno provvedendo a incrementare il numero di portalettere sul comprensorio di Paternò, pur senza fare un esplicito riferimento alla situazione di Belpasso».
Bollette da pagare con un prezzo più elevato per le penalità dovute ai ritardi, pacchi mai ricevuti, lettere che arrivano dopo settimane o addirittura mesi. In alcuni casi gli episodi si limitano a essere spiacevoli, in altri invece le conseguenze del disservizio sono più gravi. Alcuni cittadini sono inferociti. In particolare, è il caso di un malato tumorale che ha ricevuto la convocazione per una visita specialistica, che aspettava da tempo, solo quando la data dell’appuntamento era già passata. «Altre storie con le quali mi trovo a dovermi confrontare ogni giorno – racconta il sindaco – sono quelle di alcuni cittadini che vivono in una condizione economicamente svantaggiata e che sono stati inseriti nella misura di contrasto alla povertà, il reddito di inclusione».
Per usufruire del beneficio economico erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica, ogni cittadino deve ricevere dall’Inps un codice pin che arriva per posta. «La difficoltà adesso è che qui arrivano anche con due mesi di ritardo – lamenta Caputo – e le persone vengono a reclamare ai servizi sociali comunali». Il sindaco già da tempo ha avviato delle azioni di denuncia percorrendo tutte le vie istituzionali che la legge mette a disposizione: esposti al gestore del servizio, Poste italiane spa e al ministero dello Sviluppo economico, all’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) e anche alla prefetta e alla procura della repubblica di Catania. «Ho iniziato a denunciare questi disservizi già nel gennaio del 2017 ma, da quel momento, la situazione non ha mai accennato a migliorare. Due settimane fa ho reiterato l’esposto e andrò avanti così ogni settimana; scriverò anche al presidente della Repubblica per ribadire il disagio di tutta la cittadinanza fin quando non si troverà una soluzione adeguata e definitiva».