Pubblicata sull'albo pretorio del Comune l'ordinanza firmata dal sindaco con la quale si ingiunge alla ditta Asja di dirottare nelle vecchie vasche le emissioni nocive in attesa delle autorizzazioni per la realizzazioni della nuova struttura
Bellolampo, biogas convogliato negli impianti esistenti Marino: «Necessario per tutela di ambiente e salute»
«Abbiamo ritenuto, nelle more dell’ottenimento di tutte le autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto previsto nel contratto stipultato con Rap da parte di Asja ambiente, di convogliare in atto il biogas nell’impianto già esistente, nelle vecchie vasche, in modo da evitare la dispersione in atmosfera». Così l’assessore Sergio Marino spiega il contenuto dell’ordinanza sindacale pubblicata sull’albo pretorio del Comune di Palermo, con la quale l’amministrazione sollecita la società a «provvedere all’immediata esecuzione delle opere di convogliamento del biogas della sesta vasca fino all’esistente e autorizzato impianto di valorizzazione energetica denominato Bellolampo uno con ultimazione delle opere entro novanta giorni dall’emanazione del presente provvedimento».
L’ordinanza, proposta dall’ufficio Ambiente, condivisa dall’assessore e firmata dal sindaco, si è resa necessaria per tutelare la salute dei cittadini, come spiega ancora Marino: «Più tardi si fanno i lavori – dice il componente della giunta – maggiori saranno le emissioni in atmosfera del biogas, con le relative conseguenze: si tratta di una misura di cautela sanitaria e ambientale».
Come precisato dall’assessore, sarà necessario convogliare il biogas negli impianti già esistenti in attesa che sia disponibile quello nuovo. Asja ha già concluso l’iter per la richiesta di tutte le autorizzazioni, ma perché queste vengano concesse all’azienda, si stima che trascorreranno circa diciotto mesi. L’atto firmato dal sindaco è stato trasmesso, tra gli altri, anche alla Presidenza del Consiglio, ai ministeri della Tutela dell’ambiete e della Salute e alla Presidenza della Regione. «L’ordinanza – si legge nel testo del documento – verrà revocata allorché vengano meno le ragioni che ne costituiscono il fondamento o la garanzia di un elevato livello della tutela dell’ambiente e della salute».