Bellini, lavoratori stagionali occupano il palco Dipendente cerca di darsi fuoco, bloccato

Dopo settimane di sciopero, 38 giorni passati sul tetto del teatro Bellini di Catania, 15 dei 28 lavoratori stagionali dell’ente hanno occupato il palcoscenico, mettendo a rischio la prima di Capuleti e Montecchi prevista per stasera. Nel pomeriggio l’amministrazione comunale da garantito il reintegro per un breve periodo per tutti i lavoratori, tranne quattro. Uno di loro, uscito dalla struttura, si è procurato della benzina gettandosela addosso. Il peggio è stato scongiurato grazie ai colleghi che sono riusciti a fermarlo.

«Dopo 38 giorni di assedio sul tetto – spiegano i lavoratori che sono rimasti senza contratto – e nonostante le ripetute promesse di impegno da diversi esponenti della politica locale e regionale, nulla ancora è stato fatto per risolvere i problemi». «Incredibile, solo così si può definire questa vicenda. Non si può arrivare a tanto per un diritto acquisito, perché lo dobbiamo sempre ricordare, si tratta di un diritto acquisito», commenta Antonio Santonocito, responsabile regionale del sindacato autonomo lavoratori e vertenze aderente alla Confsal. A bloccare i lavoratori è una norma che blocca la stipula di nuovi contratti di lavoro anche per chi da circa 20 anni è stato impiegato con contratti a tempo determinato. «Dopo 38 giorni di promesse non sopportiamo più nulla e nessuno e siamo stanchi». La decisione di bloccare la prima è scattata perché «non è giusto che l’orchestra continui a suonare quando invece la nave affonda».


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Dopo 38 giorni di protesta sul tetto del teatro, i dipendenti hanno spostato il presidio sul palcoscenico. Uno di loro, in preda allo sconforto, si è gettato della benzina addosso ma è stato fermato dai colleghi. A rischio la prima di Capuleti e Montecchi prevista per stasera. «Non è giusto che l'orchestra continui a suonare quando invece la nave affonda»

Dopo 38 giorni di protesta sul tetto del teatro, i dipendenti hanno spostato il presidio sul palcoscenico. Uno di loro, in preda allo sconforto, si è gettato della benzina addosso ma è stato fermato dai colleghi. A rischio la prima di Capuleti e Montecchi prevista per stasera. «Non è giusto che l'orchestra continui a suonare quando invece la nave affonda»

Dopo 38 giorni di protesta sul tetto del teatro, i dipendenti hanno spostato il presidio sul palcoscenico. Uno di loro, in preda allo sconforto, si è gettato della benzina addosso ma è stato fermato dai colleghi. A rischio la prima di Capuleti e Montecchi prevista per stasera. «Non è giusto che l'orchestra continui a suonare quando invece la nave affonda»

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