Una tromba marina, una burrasca o un fortissimo temporale? Da quando ieri mattina si è appreso del naufragio dello yacht britannico Bayesian ci si sta interrogando su cosa è successo alla barca a vela di lusso, che ospitava 22 persone e che intorno alle 4.30 del 19 agosto è affondata a largo di Porticello, frazione di Santa Flavia, in […]
Foto di Katia Linarello (immagine di repertorio)
Perché lo yacht Bayesian è affondato. Tra cambiamento climatico e sfortuna: «Appena 20 secondi sono fatali»
Una tromba marina, una burrasca o un fortissimo temporale? Da quando ieri mattina si è appreso del naufragio dello yacht britannico Bayesian ci si sta interrogando su cosa è successo alla barca a vela di lusso, che ospitava 22 persone e che intorno alle 4.30 del 19 agosto è affondata a largo di Porticello, frazione di Santa Flavia, in provincia di Palermo. «C’è un ampio dibattito tra gli esperti, perché non abbiamo immagini riprese da una videocamera – dice a MeridioNews Stefano Albanese, presidente dell’associazione Centro meteorologico siciliano (Cms) – Su molti giornali si sta parlando di tromba marina, ma non abbiamo riscontri visivi documentati, quindi è difficile poter confermare che si sia trattato di questo fenomeno. L’ipotesi più accreditata – continua Albanese – è quella del downburst».
Che cos’è il downburst
Si tratta di «un fenomeno associato a celle temporalesche – dice Albanese – un flusso d’aria discendente che impatta sul suolo o sul mare e che si propaga per linee orizzontali». Il downburst – che alla vista ha le sembianze di un grande fungo – «può raggiungere livelli di potenza simili a quelli delle trombe d’aria – continua il presidente del Cms – con raffiche di vento tra i 100 e i 130 chilometri orari». Questo flusso di aria discendente, quindi, «potrebbe essere sceso a più di 100 chilometri orari, avrebbe investito e spezzato l’albero dell’imbarcazione, che si sarebbe piegata su un lato e poi è affondata. Ci sarebbe anche una frattura nella prua (la parte anteriore dell’imbarcazione, ndr)», dice Albanese. Ma l’albero maestro della Bayesian – che con i suoi 75 metri pare fosse uno degli alberi in alluminio più alti al mondo – può essere stata una delle cause dell’affondamento?
«Senza un albero così alto le persone si sarebbero salvate»
«Senza un albero così alto le persone si sarebbero salvate – dice il presidente del Centro meteorologico siciliano – L’albero è stato il primo a risentire dei venti fortissimi». «Se i venti fossero aumentati gradualmente, l’albero non si sarebbe rotto. Dopotutto – sottolinea Albanese – il termine downburst indica un’improvvisa esplosione». Intervistato dal quotidiano La Repubblica Rosario Marretta – docente di fluidodinamica al dipartimento di Ingegneria civile, ambientale, aerospaziale, dei materiali dell’Università di Palermo – ha detto che la Bayesian «si trovava in piena notte a una distanza che non era quella di sicurezza dalla costa». La fluidodinamica è la disciplina che studia il moto dei fluidi e le relative utilizzazioni. Per quanto riguarda eventuali responsabilità del comandante o di altri ufficiali di bordo sarà la magistratura a esprimersi, visto che sotto il coordinamento dell’autorità giudiziaria di Termini Imerese è stata avviata un’inchiesta per accertare l’esatta dinamica dei fatti.
Il cambiamento climatico e la tropicalizzazione del Mediterraneo
Ma il cambiamento climatico ha avuto un ruolo nel naufragio? Quello che sembra molto probabile è che a rendere così devastante il fenomeno meteorologico che si è abbattuto sull’imbarcazione è stata l’alta temperatura delle acque del mar Mediterraneo. «Secondo un istituto spagnolo di meteorologia – dice Albanese – il Mediterraneo ha raggiunto una temperatura media record di 28,9 gradi: si tratta di una temperatura altissima», sottolinea il presidente del Centro meteorologico siciliano. Il basso Tirreno, cioè il tratto di mare che bagna la Sicilia settentrionale, «ha raggiunto e in alcuni casi superato i 30 gradi – dice Albanese – che sono la soglia psicologica per la tropicalizzazione del mare». In queste condizioni, «con un mare che ha temperature tropicali, è come se il calore fornisse del carburante – dice il presidente del Cms – c’è molta energia in gioco. Se da Nord arriva aria più fresca – in gergo si chiama “goccia fredda in quota” – e arriva su un mare bollente, possono esserci contrasti violenti e imprevedibili». Il fenomeno del downburst «non è nuovo – precisa Albanese – ma negli ultimi anni il mare è diventato sempre più caldo, quindi gli episodi di questo tipo – che rientrerebbero in una condizione di normalità climatica – sono più violenti e più frequenti».
C’entra la potenza del fenomeno, ma anche la sfortuna
Ieri notte poco distante dalla Bayesian c’era anche un’altra imbarcazione, la Sir Robert Baden Powell. Secondo quanto dichiarato dal suo comandante, Karsten Börner, la nave – che batte bandiera dei Paesi Bassi – è stata la prima a fornire soccorsi dopo il naufragio. Ma com’è possibile che lei non sia stata colpita, visto che si trovava non lontana dall’area del naufragio? «Uno dei motivi può essere la tempistica – dice Albanese – perché fenomeni come i downburst o le trombe d’aria possono durare anche pochissimo, venti o trenta secondi. Magari la Bayesian è stata investita in pieno perché il downburst avrebbe agito su un perimetro molto limitato, per cui l’altra imbarcazione non è stata toccata». Inoltre c’è un altro elemento da considerare: la sfortuna. «Se ci sono state responsabilità personali e disattenzioni, lo stabiliranno i giudici – dice Albanese – ma credo proprio che la barca e le persone a bordo siano anche state molto sfortunate».
«Un’estate con temperature costantemente sopra le medie»
Dagli elementi raccolti finora, quindi, la causa che avrebbe scatenato il fenomeno meteorologico che ha fatto affondare la Bayesian sarebbe stato generato dall’incontro tra un flusso verticale d’aria fredda e il mare molto caldo del basso Tirreno. «Frutto di un’estate che non ha avuto picchi di caldo record, è vero, ma temperature costantemente sopra le medie – precisa Albanese – Un’estate quasi di stampo prettamente africano». E dobbiamo aggiungere altri elementi. «Si è creata una situazione di monotonia climatica: niente picchi record – dice Albanese – ma è stata costante la presenza dell’anticiclone africano. I mari, quindi, sono stati sempre molto caldi e poco mossi, motivo per cui le acque non si sono rimescolate, cosa che avrebbe potuto far scendere un po’ la temperatura del mare. E a settembre – sottolinea il presidente del Cms al nostro giornale – potrebbero esserci ancora fenomeni come i downburst, quindi le istituzioni dovrebbero porre l’attenzione su questa cosa. In autunno – conclude Albanese – probabilmente le temperature scenderanno in modo molto repentino».
Intanto si continua a cercare le sei persone disperse
Nel frattempo a largo di Porticello sono riprese le ricerche delle sei persone disperse, che si teme siano rimaste intrappolate dentro l’imbarcazione, che ora si trova a una profondità di 50 metri. Oltre alle 15 persone salvate subito dopo il naufragio, a bordo della Bayesian c’erano Mike Lynch (59 anni), imprenditore britannico del settore tecnologico, la figlia Hannah (18 anni), Jonathan Bloomer (70 anni) – presidente della banca d’affari Morgan Stanley – sua moglie, uno degli avvocati di Lynch – Christopher Morvillo – e sua moglie Neda. È stata confermata la morte di Ricardo Thomas, che inizialmente era nella lista delle persone disperse. L’uomo – che a bordo della Bayesian faceva il cuoco – è nato in Canada, ma era cittadino di Antigua e Barbuda, Stato dell’America centrale caraibica. Nella mattinata di ieri è stato trovato dai vigili del fuoco a fianco dell’imbarcazione.