Come annunciato nei giorni scorsi, il barometro elettorale, oggi, affronta un tema spinoso: il possibile disimpegno, o meglio, non impegno di una parte dei dirigenti del pdl in questa campagna elettorale. Il discorso riguarda le elezioni per la presidenza della regione siciliana, con particolare riferimento al candidato di pdl, cantiere popolare-pid e de la destra, nello musumeci.
BAROMETRO ELETTORALE/ Musumeci in testa? Vero. Ma rischia
Come annunciato nei giorni scorsi, il Barometro elettorale, oggi, affronta un tema spinoso: il possibile disimpegno, o meglio, non impegno di una parte dei dirigenti del Pdl in questa campagna elettorale. Il discorso riguarda le elezioni per la presidenza della Regione siciliana, con particolare riferimento al candidato di Pdl, Cantiere popolare-Pid e de La Destra, Nello Musumeci.
I sondaggi continuano a dare in testa Musumeci con il 30-32 per cento dei consensi. Il Barometro elettorale non crede a questi numeri. Per due motivi. In primo luogo, perché si continua a sottovalutare la presenza di Beppe Grillo in Sicilia; in secondo luogo, perché i problemi interni al Pdl siciliano non sono stati risolti. Per non parlare del fatto – ma questo è un altro discorso che si continua a sottostimare il tandem Giovanna Marano-Claudio Fava.
Il tema, oggi, è il possibile non impegno di una parte del Pdl siciliano in favore di Musumeci. Per dimostrare ai nostri lettori che non ci stiamo inventando nulla, abbiamo raccolto una breve ma significativa dichiarazione di Nicola Cristaldi, già presidente dellArs, già parlamentare nazionale, oggi Sindaco di Mazara del Vallo.
Nel Pdl siciliano – osserva Cristaldi – cè molto malessere. Non mi pare che i vertici regionali del Partito abbiano lavorato per risolvere questi problemi. Al contrario, questi problemi sono stati sottovalutati. Il rischio, adesso, è che tra i dirigenti periferici del Pdl prenda piede un certo disimpegno che potrebbe essere determinante.
Determinante, aggiunge il Barometro elettorale, nel creare possibili problemi a Musumeci. Le province nelle quali il Pdl sarebbe in sofferenza sono Palermo, Trapani e Agrigento. Grandi tensioni – e questo non è un mistero – sono state registrate durante la composizione del listino. Altre tensioni si sono verificate con alcuni giovani del Partito. In questo secondo caso il danno non va sottovalutato, perché in una campagna elettorale demotivare i giovani per dare spazio a esigenze clientelari è un grave errore.
Problemi si registrano nel collegio di Trapani. Dove mezzo Pdl non è stato coinvolto nella composizione delle liste. Mezzo Partito che non si impegna in campagna elettorale in una provincia come Trapani, significa regalare voti ad altre formazioni politiche.
Altri problemi si registrano ad Agrigento. Qui il Pdl è già un po malconcio, dopo la pesante sconfitta delle recenti elezioni comunali. Anche in questa provincia si registrano malesseri e divisioni che la presenza del coordinatore nazionale del Pdl, Angelino Alfano, magari non fa emergere con chiarezza. Ma i problemi ci sono e riguardano, ad esempio, qualche parlamentare nazionale.
Concludendo: il Barometro elettorale non sta dicendo che Musumeci non è in testa. Musumeci, probabilmente, è in testa. Ma sia lui, sia gli altri candidati nella corsa per la presidenza della Regione dovranno mettere nel conto leffetto che il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, avrà sulla Sicilia. Ciò significherà un aumento di voti per il candidato grillino, Giancarlo Cancelleri, e una diminuzione di voti – chi più, chi meno – per gli altri candidati.
E in questo scenario che, secondo il Barometro elettorale, si inserisce il candidato Musumeci. Se questultimo riuscirà ad affrontare i risolvere i problemi interni del Pdl, andrà oltre il 30 per dei consensi e sarà difficilmente raggiungibile. Se non risolverà i problemi interni al Pdl siciliano Musumeci scenderà sotto il 30 per cento e comincerà a rischiare.