L'operazione Gotha5, in diverse località della provincia di Messina, fa luce sull'organizzazione mafiosa della fascia tirrenica. Posizione centrale assume il Comune di Mazzarà Sant'Andrea, sede di una delle discariche più grandi della Sicilia, attualmente sequestrata. Indagato l'ex sindaco Carmelo Navarra, arrestato il fratello dell'attuale, Angelo Bucolo. Guarda il video e le foto
Barcellona: sgominata cosca dei Mazzaroti, 22 arresti Pizzo, elezioni e rifiuti. Alleati di Cosa Nostra catanese
Arrestate 22 persone, in diverse località della provincia di Messina, per associazione mafiosa, estorsioni, rapine, porto abusivo di armi e altri reati contro la persona e il patrimonio. Altre cinque sono indagate e denunciate per gli stessi reati. Tra queste, l’ex sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Carmelo Navarra. Coinvolto pure Angelo Bucolo, fratello dell’attuale primo cittadino. Senza tralasciare un tentativo andato a male di pressioni su TirrenoAmbiente perché riprendesse a pagare le tangenti.
Sono stati i carabinieri del Ros della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto e i poliziotti del commissariato dello stesso Comune e della mobile di Messina, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo peloritano a eseguire, sin dalle prime luci dell’alba, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Maria Luisa Materia, su richiesta del procuratore Guido Lo Forte e dei sostituti Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio.
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L’indagine sul sodalizio mafioso dei Barcellonesi, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina, e sulla sua storica diramazione dei Mazzarroti, denominata Gotha 5, in continuità con le precedenti, è stata avviata nel 2013. Carabinieri e polizia hanno consentito di ricomporre la mappatura del crimine organizzato, ma anche gli assetti di un sistema di collaborazione tra mafie. C’è sinergia – secondo Lo Forte – tra la cosca di Catania e quella della fascia tirrenica della provincia di Messina, ma il ruolo di controllo rimane a quella del capoluogo peloritano. Nella gestione delle estorsioni sugli appalti, per esempio, concorrono tre gruppi: Catania, Barcellona e Messina. Il filo diretto, come appurato dalle inchieste che in precedenza hanno decapitato il clan della città del Longano, è tra i prime due. Barcellona, poi, contatta quello di Messina, al quale concede una percentuale sugli utili.
Oggi, a comandare sono giovani leve, in sostituzione di chi è ormai detenuto, ma capaci di maggiore spregiudicatezza. Sullo sfondo, il comune di Mazzarà Sant’Andrea. Un ex sindaco, Carmelo Navarra, è indagato. L’accusa è di avere comprato voti, con il favore della cosca, per la sua elezione, avvenuta nel 2007 con il 76 per cento delle preferenze. Il plebiscito, ritengono gli inquirenti, sarebbe stato generato sia dal meccanismo del voto di scambio che da intimidazioni ai danni dell’altro candidato, costretto a ritirarsi. Per Navarra, il gip non ha accolto la richiesta della misura cautelare in carcere da parte della procura di Messina, nonostante abbia riconosciuto la sussistenza del quadro probatorio, solo per una modifica dell’articolo 416 ter del codice penale.
Restando sempre a Mazzarrà, tra gli arrestati di oggi c’è il fratello di Salvatore Bucolo, l’attuale sindaco. L’ordinanza indica Angelo Bucolo come uno dei componenti storici del gruppo dei Mazzaroti, impegnato nella riscossione del pizzo, che consegnava a esponenti di Cosa Nostra barcellonese; partecipe ad attentati ai danni di imprenditori; promotore di atti incendiari, «al fine di convincerli a continuare a pagare il pizzo», contro i responsabili della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, dove lavorava con Giuseppe Reale e Giovanni Pino.
Dalle dichiarazioni dei collaboratori Salvatore Artino, Carmelo Bisognano, Salvatore Campisi e Santo Gullo, da cui ha origine l’operazione, è emerso, ancora, che Angelo Bucolo avrebbe custodito e occultato alcune armi per conto di Reale, utilizzate da quest’ultimo per commettere attentati. A detta di uno dei pentiti, sarebbe stato pure contattato, senza esito, da altri sodali «perché convincesse il fratello, Salvatore Bucolo, a intervenire nei confronti della società TirrenoAmbiente (che gestisce la discarica attualmente posta sotto sequestro dalla Procura di Barcellona) affinché quest’ultima riprendesse a pagare le tangenti».
Ecco gli arrestati: Alessio Alesci, 24enne nato a Milazzo, residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Angelo Bucolo, 38 anni, nato a Barcellona Pozzo, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Giuseppe Cammisa, 35enne nato a Barcellona Pozzo di Gotto, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Marco Chiofalo, 22 anni, nato e residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Bartolo D’Amico, 25 anni, nato a Messina, residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Miloud Essaoula, 26 anni, nato in Marocco, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Antonino Genovese, 33enne, nato e residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Salvatore Italiano, 49 anni, nato a Rodì Milici e residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Giuseppe Ofria, 21 anni, nato a Milazzo, residente a Barcellona Pozzo di Gotto; Mario Pantè, 44 anni, nato a Vittoria, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Giovanni Pino, 32enne, nato a Milazzo e residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Giuseppe Reale, 28enne, nato a Barcellona Pozzo di Gotto e residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Orazio Salvo, 30 anni, nato a Messina, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Sebastiano Torre, 38 anni, nato a Barcellona Pozzo di Gotto, residente a Mazzarrà Sant’Andrea; Maurizio Trifirò, 35enne, nato a Rodì Milici, residente a Terme Vigliatore.
Destinatari dei provvedimenti restrittivi ma già in carcere sono Antonino Calderone, 39 anni, nato a Barcellona Pozzo di Gotto; Tindaro Calabrese, 41 anni, nato a Novara di Sicilia; Salvatore Calcò Labbruzzo, 62 anni, nato a Tortorici ma residente a Tripi; Agostino Campisi, 53 anni, nato a Patti e residente a Terme Vigliatore; Carmelo Crisafulli, 25enne, domiciliato a Mazzarà Sant’Andrea; Filippo Munafò, 30 anni, nato a Barcellona Pozzo di Gotto ma residente a Furnari; Maurizio Trifirò, 35 anni, nato a Rodì Milici ma residente a Terme Vigliatore.