Uscire dalla finestra e rientrare dal portone. Può essere letto così, almeno secondo gli investigatori, il percorso fatto dall’ingegnere Carlo Guarnotta all’interno della società Trapani Servizi, municipalizzata che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti per conto del Comune, che detiene l’intero capitale sociale. Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati è finito, quasi […]
Il bando «stampato» e poi modificato per favorire l’ex amministratore unico della società di rifiuti a Trapani
Uscire dalla finestra e rientrare dal portone. Può essere letto così, almeno secondo gli investigatori, il percorso fatto dall’ingegnere Carlo Guarnotta all’interno della società Trapani Servizi, municipalizzata che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti per conto del Comune, che detiene l’intero capitale sociale. Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati è finito, quasi per caso, il concorso, per titoli ed esami, per l’incarico di direttore generale. Una procedura che, secondo le accuse, sarebbe stata cucita su misura, con un vincitore già scritto in partenza. La vicenda, con l’inchiesta nata nel 2020 dopo un rogo all’impianto di rifiuti, è finita tra i faldoni che hanno portato agli arresti domiciliari il deputato regionale Dario Safina. Eletto all’Ars con il Partito Democratico e adesso accusato di corruzione e turbativa d’asta nelle vesti, ormai passate, da assessore ai Lavori pubblici proprio nel Comune di Trapani.
Guarnotta, che è accusato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione, è stato amministratore unico uscente proprio della Trapani Servizi. Ruolo da cui però era decaduto il 20 novembre 2020. A prendere il suo posto, come previsto dalla legge, un organo collegiale a cui andava affiancato un nuovo direttore generale. Figura, quest’ultima, da scegliere tramite una selezione per titoli ed esami. Un passaggio che per gli indagati in questa storia assomigliava a una formalità, secondo le accuse, perché quell’incarico aveva già un vincitore con nome e cognome. «I colloqui intercettati – si legge nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Samuele Corso – forniscono implicita dimostrazione di come le procedure di gara fossero di fatto manipolate per giungere a un risultato precostituito sin dall’origine, contro ogni previsione di imparzialità e terzietà della pubblica amministrazione».
L’avviso per la selezione del direttore generale venne pubblicato sul sito del Comune di Trapani il 24 dicembre 2020. Quattro giorni dopo però arrivò la revoca in autotutela. Il motivo? Nelle pagine dell’inchiesta si fa riferimento ai timori del sindaco Giacomo Tranchida (non indagato, ndr) e al fatto che il bando fosse come «stampato», cioè cucito su misura sulla figura dell’amministratore uscente Guarnotta. Un nuovo bando viene quindi pubblicato il 19 aprile 2021. L’avviso però, secondo gli inquirenti, «solo apparentemente sembrava assicurare un esito non predefinito a favore di Guarnotta». A dimostrarlo sarebbe il solo allargamento della possibilità di partecipazione a coloro che avevano avuto esperienze dirigenziali nel settore privato, indicando però un punteggio di soli 5 punti anziché 8 per ogni anno di lavoro, come invece era previsto per il settore pubblico. Alla fine a vincere è proprio Guarnotta. L’ingegnere ottiene 73,9 punti, mentre il secondo in graduatoria si ferma a 50,9. Decisiva è proprio la valutazione dei titoli: Guarnotta ottiene 38 punti mentre l’altro candidato si ferma ad appena 16, limitando invece il distacco sul voto al colloquio di un punto: 35 Guarnotta e 34 il secondo in graduatoria finale. Insieme all’ex amministratore unico sono indagati il direttore amministrativo della società, Giuseppe Ullo, e il consulente aziendale esterno della stessa Rosario Bellofiore. Desideroso, secondo la ricostruzione, di essere riconfermato nel ruolo, nonostante il parere negativo del consiglio d’amministrazione, e per questo accusato di avere favorito Guarnotta nella predisposizione degli avvisi creati ad-hoc. In cambio avrebbe ottenuto la promesse della riconferma. «Una volta che diventi direttore generale hai ampi poteri – diceva Bellofiore a Guarnotta – per cui non ti possono dire “non puoi deliberare”, tu fino a 15mila euro puoi disporre tranquillamente». Per tutti e tre gli indagati il giudice ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice.
Guarnotta in questa storia ottiene, nonostante i dubbi del diretto interessato, anche un secondo incarico. Questa volta di natura politica e che non è oggetto di contestazioni da parte della procura. Si tratta di quello da direttore tecnico amministrativo del Comune. Il 4 marzo 2021, alla presenza del sindaco e della commissione, vennero svolti i colloqui di quattro dei cinque candidati idonei al ruolo e con un decreto del 28 aprile si apprendeva della scelta. Un esito già scritto, come lo stesso professionista confidava alla figlia in un dialogo finito intercettato. «Se sono entrato nella rosa dei cinque, sono io… basta».