La storia a lieto fine della bambina nata senza un rene. «Dopo quattro anni, riconosciuta invalida»

«Una battaglia che in questi quasi quattro anni abbiamo sempre affrontato a testa alta e che, finalmente, abbiamo vinto». Sono soddisfatti ed emozionati mentre parlano a MeridioNews Daniele e Magda Marino, i genitori di Gaia. Una bambina di Zafferana Etnea, in provincia di Catania, nata senza un rene e che oggi, all’età di quattro anni, ha avuto riconosciuto dall’Inps il diritto all’invalidità civile. «Non abbiamo mai avuto paura di niente e di nessuno e siamo andati avanti sempre con convinzione». Anche se l’iter burocratico, fatto di visite mediche molto costose e documenti da presentare per il riconoscimento della patologia, è stato lungo e complesso. Con l’Asp 3 di Acireale che, in un primo momento, aveva espresso parere contrario. «Per molto tempo abbiamo continuato a sbattere contro un muro di gomma ma non abbiamo mai piegato la testa e ora possiamo essere fieri di avere ottenuto un nostro diritto», affermano al nostro giornale il papà e la mamma di Gaia che si erano rivolti a un legale per farsi seguire in tutto il percorso.

Al parere contrario espresso dall’azienda sanitaria, i genitori hanno presentato ricorso al tribunale del lavoro di Catania. «Ci siamo opposti – spiega a MeridioNews l’avvocato Francesco Silluzio che ha assistito i coniugi Marino – e, dopo il verbale con cui l’Inps respingeva l’indennità di accompagnamento per la patologia della bambina, a giugno è iniziata una causa». La svolta è arrivata con la relazione della perizia di un consulente medico-legale che ha analizzato tutti i documenti e ha anche effettuato una visita alla bimba. «Quella relazione – afferma il legale – ha riconosciuto che a Gaia spettava quel beneficio». Sulla base di questo la giudice del lavoro Luisa Maria Cutrona ha preso la decisione di condannare l’Inps anche al pagamento degli arretrati dovuti alla bambina, che oggi ha quattro anni e che da quando è nata vive con un solo rene, quello destro.

Che quello sinistro non fosse presente era stato possibile vederlo già dal momento della morfologica. Un’ecografia fetale a cui la mamma di Gaia era stata sottoposta quando era ancora in gravidanza. In quel momento, però, i medici si erano riservati di dire l’ultima parola solo dopo la nascita della bambina. Una parola che era arrivata appena sei giorni dopo il parto, quando una nuova ecografia ha mostrato in modo chiaro l’assenza del rene sinistro. Un esame che, per sicurezza, è stato ripetuto più volte e che ha dato sempre lo stesso risultato. Comincia così per i genitori un iter non solo medico, ma anche legale. «Fino a prima di questa sentenza – aggiunge il padre di Gaia – la bambina veniva riconosciuta come monorene destro congenito ma non invalida civile perché affetta da una patologia ritenuta non invalidante». Dunque, sin da subito viene rilevata la disabilità dovuta alla malformazione ma senza che questo comporti anche il riconoscimento all’invalidità. «Ci sono voluti diversi anni e anche noi – raccontano i genitori – ci siamo dovuti informare su tutto sia dal punto di vista medico che legale per andare fino in fondo a questa ingiustizia e ribaltarla». Adesso, nell’ultimo anno, la bambina è anche stata presa in carico dal centro di riabilitazione di Acireale. «Quando si parla di minori con patologie gravi – conclude l’avvocato Silluzio – ci vorrebbe più attenzione da parte delle commissioni Inps che sono chiamate a valutare».


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