Il nemico del mio nemico è mio amico. Si potrebbe riassumere così la danza degli avvicinamenti per il ballottaggio a Siracusa. Unico tra i quattro capoluoghi siciliani al voto a non avere eletto il sindaco al primo turno. Per questo, i cittadini sono chiamati a tornare alle urne anche domenica 11 e lunedì 12 giugno per scegliere tra il sindaco uscente Francesco Italia e il candidato del centrodestra (non più unito) Ferdinando Messina. Ancora prima che fosse terminato lo spoglio del primo turno, erano già iniziate le manovre di osservazione tra i due arrivati al duello finale e alcuni degli altri aspiranti primi cittadini usciti sconfitti. Fin da subito è stata chiara la posizione di Renata Giunta, la candidata del fronte democratico e progressista arrivata terza su otto aspiranti primi cittadini: «Al Consiglio comunale porteremo avanti un’opposizione ferma e convinta – aveva dichiarato a MeridioNews all’indomani del primo turno – chiunque sia il candidato che diventerà sindaco». Altrettanto presto si è capito che uno degli aghi più importanti delle bilance sarebbe stato Edy Bandiera. L’ex assessore regionale che, dopo essere fuoriuscito dal suo partito, Forza Italia, per non avere condiviso la scelta di candidare Messina, si è presentato da solo come contendente della poltrona più importante di Palazzo Vermexio e con la sua lista ha superato lo sbarramento del 5 per cento.
Un video in diretta, con il mare sullo sfondo, pubblicato sui profili social è il modo per annunciare la sua presa di posizione. «Anche se siamo stati su posizioni politiche differenti – ammette l’uscente Italia che è componente della segreteria di Azione – Edy è un amico e oggi è qui a pieno sostegno della mia candidatura e si aggiunge a questo viaggio». E non poteva essere altrimenti, in effetti. Se da una delle due parti l’ex assessore si fosse spostato, era quotato bassissimo che non sarebbe stata quella alla sua destra. Nonostante gli storici orientamenti. Del resto, come lui stesso ha ricordato davanti alla telecamera che lo riprendere in soggettiva accanto al suo nuovo alleato vista mare, sin dall’inizio della campagna elettorale aveva dichiarato apertamente: «Mai con Messina e con Gennuso». Non solo con Gennuso senior (Pippo) – l’ex parlamentare, padre dell’attuale deputato all’Ars Riccardo Gennuso, arrestato l’ultima volta proprio tre giorni prima del voto per traffico di influenze – ma nemmeno con il figlio Luigi, candidato in una delle liste di Messina.
«Di Edy mi ha colpito il coraggio e la determinazione – continua Italia – è uscito da un sistema della destra in cui non si trovava. E, allora, sentirci è stato quasi naturale: abbiamo sempre avuto rispetto reciproco che adesso si trasforma in integrazione di programmi e collaborazione». Dopo due minuti lasciati al titolare della squadra, la parola passa a Bandiera: «Da questo momento non c’è più un voi e un noi, ma c’è il noi che ci unisce e che ci lega soprattutto sulla difesa della città di Siracusa dinnanzi a una politica che ho voluto contrastare dal primo giorno perché, per noi, la coerenza è un valore». A chiusura del video, dopo avere toccato il braccio dell’alleato per fargli capire di non dilungarsi troppo, Italia fa l’annuncio che tutti si aspettano: «Se voi lo vorrete, Edy sarà il mio vicesindaco. Noi vogliamo vincere, ma non siamo pronti a tutto». A una stretta di mano per chiudere la diretta e l’alleanza, però, sì.
Intanto, dall’altro lato è l’ormai ex candidato di Civico 4 Michele Mangiafico ad avere fatto un passo di lato verso Messina con la sottoscrizione di un accordo politico che lo vedrebbe anche tra i papabili assessori. In una nota in cui annuncia l’affiancamento, l’ex consigliere comunale – nipote del rieletto sindaco di Priolo Gargallo Pippo Gianni – elenca ben quaranta punti: tutti quelli del programma del suo movimento che sarebbero stati apprezzati e raccolti dal candidato del centrodestra al ballottaggio. «Ferdinando Messina – spiega Mangiafico in un comunicato per motivare la sua scelta di alleanza – rappresenta la proposta politica alternativa all’amministrazione comunale uscente». Insomma, anche qui questione di nemico-di-nemico.
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