Bagheria, sgombero dell’ex casa del boss Greco Cinque: «Un immobile simbolo di mafia e illegalità»

Dopo l’enorme operazione di sgombero delle case dei Casamonica a Roma, anche in Sicilia il M5s intende dare un segnale. A Bagheria – retta dal sindaco pentastellato (e da tempo autosospeso dal movimento 5 stelle) – è in corso un’operazione di sgombero forzato dell’immobile confiscato al boss mafioso Giuseppe Greco, detto “Scarpuzzedda”. Attorno allo stabile, sito a Mongerbino (in via Perez), vi è un ingente schieramento di forze dell’ordine: almeno 50 persone tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto. Presenti inoltre 15 agenti di polizia municipale, insieme a una manciata di assistenti sociali e personale dell’azienda sanitaria provinciale e del 118. 

Sono otto gli appartamenti occupati da circa 20 persone con otto minori di cui uno di due mesi e una donna incinta. La maggior parte degli occupanti non era presente stamani ed aveva già ottemperato all’ordinanza di sgombero emessa dal Comune. Erano presenti sei adulti, tra cui la donna incinta e tre bambini piccoli. «È un’operazione in sinergia tra Comune e forze dell’ordine per ristabilire la legalità in un immobile simbolo di mafia ed illegalità,» dice il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, che ha attivato le figure professionali degli assistenti sociali per garantire una sistemazione ai minori e alle loro madri in caso non trovassero una sistemazione presso parenti.

 

La maggior parte degli occupanti non è presente, aveva già ottemperato all’ordinanza di sgombero. All’interno degli immobili solo una decina di persone, che comunque non hanno opposto alcuna resistenza allo sgombero ancora in corso. «L’immobile è stato confiscato negli anni ’90 a Giuseppe Greco. Dalle carte che abbiamo in  mano, abbiamo visto un nulla osta edilizio degli anni ’60 e un certificato di abitabilità del ’78. Qua siamo all’interno dei 150 metri dalla linea della battigia, quindi c’è un vincolo ambientale di inedificabilità assoluta. Nel ’93-’94 c’è stata la confisca definitiva e poi il bene è stato affidato nel 2003 alla compagnia locale dei carabinieri – ripercorre il sindaco Cinque -, che avrebbero voluto realizzare degli alloggi di servizio». Presentata però al Comune di Bagheria la richiesta per ottenere i permessi necessari per sistemare gli immobili, è emerso che erano stati costruiti tutti abusivamente. Non era possibile, dunque, rilasciare alcuna autorizzazione. Il Comune, dal canto suo, ha chiesto ai carabinieri di liberare il bene e di assegnarlo all’amministrazione.

«Anche durante l’assegnazione ai carabinieri si verificarono delle occupazioni – riprende il sindaco -. Abbiamo questi otto appartamenti costruiti tutti abusivamente, il Comune vorrebbe realizzare qui un centro culturale. Oggi abbiamo due strade davanti che percorreremo in tempi rapidissimi: una è quella di mantenere gli immobili, se sarà possibile, e trasformarli in centro culturale, considerando anche che ce li stanno consegnando meglio di come li avevamo lasciati. L’obiettivo è di restituire alla collettività non solo gli immobili ma uno degli scorcio di costa tra i più belli del Palermitano. Ma siamo pronti a demolire immediatamente, se la strada è quella e abbiamo già individuato anche le somme. Ma ripeto, se potremo mantenere e creare il centro culturale, lo faremo».


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