L’azzardo in Sicilia è un giro d’affari che non conosce crisi. A confermarlo l’analisi dei dati resi disponibili dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli con il cosiddetto Libro Blu che fa riferimento al 2017. Il volume del settore sull’Isola, considerando il valore della raccolta (cioè l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dai giocatori) nell’ultimo anno è stato di 4 miliardi e 482 milioni di euro. Un numero cresciuto rispetto ai 3 miliardi e 890 milioni di euro del 2015 e ai 4 miliardi e 263 milioni di euro dell’anno successivo. Il dato nazionale, che fa registrare un aumento del volume di denaro giocato del sei per cento, è di 101,8 miliardi di euro.
«Aumenta la crisi e aumenta l’azzardo». È questa la proporzione diretta che fa Gino Gandofo, il coordinatore in Sicilia della campagna di sensibilizzazione Mettiamoci in gioco. «È il paradosso con cui conviviamo nell’Isola: chi è in difficoltà, addirittura anche chi è disperato, cade nel mito della vincita facile che viene fomentato dalla pubblicità invasiva. Nel settore dell’azzardo – continua – in Sicilia vengono investite anche risorse che non si hanno hanno a disposizione».
Ad attirare di più gli scommettitori siciliani sono gli apparecchi elettronici, ovvero le newslot (dette anche awp) e le videolottery (vlt, che sono l’evoluzione delle tradizionali awp). È in questa categoria, infatti, che è stata spesa la cifra più significativa: 2 miliardi e 60 milioni di euro (nel 2015 la raccolta era stata di un miliardo e 903 milioni di euro, mentre nel 2016 di 2 miliardi e 26 milioni di euro). Del resto, attenendosi agli ultimi dati disponibili sull’Isola forniti dai concessionari e che fanno riferimento fino al 15 giugno scorso, sono 4.815 gli esercizi con 20.021 newslot attive e 246 sale con all’interno 2.199 vlt e 7.804 apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro. Il Lotto (2.924 ricevitorie) e le Lotterie (con 4.891 punti vendita) distribuiti sul territorio regionale sono settori in cui i siciliani hanno giocato rispettivamente 843 milioni e 610 milioni (con un trend che si è mantenuto più o meno costante rispetto ai due anni precedenti).
A finire dentro i bussolotti delle 28 sale Bingo presenti sull’Isola, stando ai dati forniti dall’ufficio dei monopoli, sono stati invece 252 milioni di euro; anche in questo caso un valore in crescita rispetto agli anni precedenti (238 milioni del 2015 e 241 milioni del 2016).
Fare un identikit del giocatore siciliano non è possibile: «Non si può selezionare una categoria perché l’invasività lo ha fatto diventare un problema trasversale – afferma Gandolfo -. Uomini e donne, anziani e giovani, benestanti e non. Chiunque cade nei tentacoli dell’azzardo anche se a preoccupare di più è l’aumento dei giocatori giovanissimi, spesso minorenni. Quando andiamo nelle scuole per i nostri progetti educativi – aggiunge – ci accorgiamo che anche ragazzini di appena 12 anni confermano di avere già avuto esperienze con l’azzardo, in particolare con gratta e vinci, slot o soprattutto online».
Poi ci sono le scommesse virtuali. In tre anni sono triplicati i soldi spesi: i 70 milioni registrati nel 2015 erano diventati 107 nel 2016, fino ai 211 milioni di euro dell’anno successivo. In particolare, a essere più che raddoppiato nel triennio è il valore di spesa nelle scommesse sportive che si è attestato a 376 milioni di euro (a fronte dei 150 milioni del 2015 e dei 250 dell’anno dopo). Tra punti di raccolta, negozi e agenzie sportive nell’isola si contano 1.434 esercizi. «I dati più allarmanti a livello locale sono proprio quelli che riguardano l’online – commenta il coordinatore siciliano di Mettiamoci in gioco – Infatti è qui che si registrano più utenti minorenni perché manca qualsiasi tipo di controllo. La sfida maggiore resta quella della formazione culturale».
Resta invariata, dopo una accelerata dello scorso anno, la raccolta nell’ambito dei giochi numerici a totalizzatore (Eurojackpot, Superenalotto, Windforlife e PlaySix), che in Sicilia è possibile effettuare in 2.747 punti vendita. Il totale giocato è stato di 92 milioni di euro. Unico dato in calo sull’Isola è quello che riguarda le scommesse ippiche: 39 milioni di euro, ovvero quattro in meno rispetto all’anno precedente e nove in confronto al 2015. Sono 863 i punti in cui è possibile effettuare giocate tra ippodromi, punti di raccolta, negozi e agenzie.
In Sicilia non esiste ancora una legge regionale. Nell’ultimo periodo, però, sono stati presentati due disegni di legge sulla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico. Uno arriva dal Movimento 5 stelle e vede come primo firmatario Giancarlo Cancelleri, l’altro è stato presentato dal deputato regionale di Fratelli d’Italia Antonio Catalfamo. Tra le proposte ci sono norme sugli orari di apertura delle attività e le distanze minime da luoghi sensibili (istituti scolastici, luoghi di culto, ospedali, strutture sanitarie e qualsiasi altro posto ricettivo per categorie protette o luogo di aggregazione). Previste anche sanzioni per gli esercizi che non rispettano i divieti e premialità per quelli che scelgono di non installare apparecchi aderendo al marchio regionale Slot? No grazie. Altra novità sarebbe l’istituzione di un osservatorio regionale sul gioco d’azzardo patologico.
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