«C’è vita oltre Enzo Bianco? Il sabato sera, ma niente di che». La battuta, ovviamente adattata alla situazione, è di Corrado Guzzanti nei panni del guru Quelo, ma è indubbio che riassume a pieno la situazione del momento, con quanti avevano creduto e puntato sulla candidatura dell’ex ministro per un ritorno sulla poltrona di sindaco di Catania che adesso si trovano a doversi riorganizzare per dare un senso alle loro ambizioni elettorali. Un fulmine a ciel sereno quello scagliato dalla corte dei Conti, che ha sancito l’esclusione di Bianco dalla rosa dei candidati, che ha lasciato non pochi impreparati.
Tra gli sponsor dell’ex sindaco, il principale era senza dubbio Giancarlo Cancelleri, il primo a fornire il proprio endorsement, che tuttavia cade in piedi: lui comunque un partito ce l’ha e il suo partito, il Movimento 5 stelle, ha espresso il sostegno a un candidato, il professore Maurizio Caserta, scelto per rappresentare il fronte progressista formato appunto dai pentastellati, dal Pd e da varie aree della sinistra. Al momento, Cancelleri non rilascia dichiarazioni: «Non è il momento – dice a MeridioNews – Con il Movimento che sta facendo delle valutazioni, non mi voglio esprimere». Però rassicura: «In settimana, ci saranno aggiornamenti». Certo non è un segreto che all’ex sottosegretario il fronte, così com’è, susciti non poche perplessità e c’è persino chi in lui vedrebbe la figura ideale per una candidatura a sindaco, per cui aveva dato disponibilità ormai un’era politica fa, quando ancora i tavoli di discussione si limitavano a elenchi di buone intenzioni e poco altro.
E tra quelli in cerca di un candidato c’è Azione. Il partito di Carlo Calenda è forse quello che paga più a caro prezzo l’uscita di scena di Enzo Bianco, soprattutto per l’operazione di distanziamento sistematico tanto dalla destra quanto dalla sinistra portata avanti fino a questo momento. Le alternative adesso sarebbero quattro: abbracciare – turandosi il naso – una delle coalizioni già formate, andare da soli, restare fermi un turno – opzione, questa, meno percorribile – oppure sperare nella frammentazione del fronte progressista o nell’incapacità di unione del centrodestra, magari con il risultato che da una o dall’altra deflagrazione possa saltare fuori un candidato che possa stare bene a tutti.
In ogni caso, Giuseppe Castiglione, deputato nazionale e uomo forte di Azione a Catania, tenta di fugare i dubbi: «Saremo sicuramente presenti con una lista e probabilmente individueremo un candidato che sia, così come abbiamo più volte ribadito, un’alternativa per i moderati, perché le coalizioni, tanto a centrodestra quanto a centrosinistra non hanno offerto un programma che riteniamo essere in grado di rilanciare la città di Catania. Ci stiamo organizzando per essere presenti, dunque, e non è escluso che avanzeremo la nostra candidatura». Certo il tempo non manca, ma in questo momento per loro c’è da ripartire praticamente da zero e non è nemmeno da escludere che possano essere le altre coalizioni a corteggiare i centristi in vista di una battaglia che si potrebbe giocare voto su voto, specie se sul fronte del centrodestra non si dovesse riuscire a trovare la convergenza su un unico nome.
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