LOrganizzazione Mondiale della Sanità già nel lontano 1987 - quando ancora non esistevano manie da computer - aveva diffuso un rapporto in cui venivano analizzati i rischi per chi stava davanti allo schermo per periodi prolungati. La malattia dellastenopìa è uno tra questi
Astenopìa del videoterminalista
E’ diventata una vera e propria mania quella degli italiani di stare davanti al computer per ore ed ore. Per lavoro o per passatempo, secondo una ricerca commissionata dalla Symantec (Software per la sicurezza del computer), tre italiani su quattro confessano di non poterne fare a meno, e uno su cinque ammette di esserne dipendente. Ma non si tratta solo di scaricare materiale o di navigare in internet, è soprattutto un attaccamento morboso all’invio-ricezione della posta elettronica. I disciplinati (49%) leggono i messaggi due volte al giorno, i compulsivi di continuo (21%).
Nelle aziende il 52% dei dipendenti dedica due ore al dì per il controllo della casella postale, mentre il 15% arriva a spenderne circa quattro. In media si trascorre al giorno la quantità di 2,6 ore on-line. Senza contare il tempo impiegato per scrivere, leggere, chattare, giocare…
C’è chi il computer lo usa per lavorare, insomma, chi per trovare l’anima gemella, chi per rilassarsi o fare scherzi e tanto altro. Chi passa molte ore davanti al computer, quante volte si è sentito dire “troppo tempo davanti allo schermo fa male!”.
In caso di uso troppo intenso del pc sono giustificate le preoccupazioni per la salute? Quanto si affatica la vista? E’ vero che si viene investiti da molte radiazioni? Questi sono i dubbi più ricorrenti. Il problema in effetti esiste: l’Organizzazione Mondiale della Sanità già nel lontano 1987 aveva diffuso un rapporto in cui venivano analizzati i rischi per chi per periodi prolungati stava davanti allo schermo. E stiamo parlando di anni in cui ancora non esistevano certe “manie da pc dipendenti”. E’ però sufficiente adottare delle precauzioni elementari affinché i pericoli diventino minimi se non nulli. Stare seduti comodi, regolare bene lo schermo e ogni tanto concedersi una bella passeggiata. Osservazioni banali, ma che vanno tenute in considerazione perché molti malanni tipici da computer ne sono la conseguenza. La colonna vertebrale rischia di soffrire quando si sta troppo a lungo su una sedia, quindi occorrerebbe almeno stare dritti. Anche la posizione fissa è dannosa, perché quando non ci si muove si ostacola il ricambio nutritivo dei dischi vertebrali e ciò può causare mal di testa, stanchezza o mal di schiena.
Due consigli, forniti dagli esperti, per combattere questi disturbi: il primo e quello di interrompere l’attività davanti allo schermo ogni 45-50 minuti per fare una breve passeggiata o semplicemente sgranchirsi le gambe con due, tre movimenti. Il secondo è l’utilizzo di sedie di tipo ergonomico, girevoli e regolabili, con schienale leggermente inclinabile all’indietro di 10-15 gradi. Ma esistono, per coloro che scrivono davvero tanto, anche tastiere di tipo ergonomico, dalla forma un po’ fantascientifica, aventi la funzione di ridurre quei movimenti della mano che, se ripetuti all’eccesso, possono portare infiammazioni ai tendini e ai muscoli.
Anche la vista si stanca. È stata scoperta, infatti, una malattia chiamata dagli specialisti “astenopìa del videoterminalista” i cui sintomi reversibili sono mal di testa, lacrimazione, sensazione di bruciore agli occhi, visione sdoppiata, stanchezza nella lettura e intolleranza alla luce. Chi la subisce la chiama semplicemente affaticamento della vista dopo un lungo periodo davanti al monitor. Indagini scientifiche, che hanno coinvolto 30mila persone, rilevano che la percentuale di chi ne viene colpito è del 50% tra chi utilizza il computer più di 4 ore al giorno.
Il problema dipende dallo schermo che è molto vicino al viso, in genere 50-70 cm. Così sono sempre attivati i meccanismi di accomodamento e di convergenza degli occhi, i quali risultano continuamente sotto sforzo. Ma questa non è l’unica causa di questo disturbo. Quando si guarda lo schermo si è interessati a piccoli dettagli, alle minuscole icone e ai simboli matematici; nella retina vi è una zona, chiamata fovea, che appunto è utilizzata per la visione dei particolari; quando tale parte dell’occhio, però, viene investita da una sorgente nettamente più luminosa delle zone circostanti, si prova una sensazione di fastidio. Alla “Clinica del Lavoro” di Milano, nella sezione di ergoftalmologia, si occupano di questo problema. Il prof. Piccoli utilizza un apparecchio, chiamato “luminanzometro”, utilizzato per misurare nel dettaglio l’energia luminosa che colpisce l’occhio di una persona mentre guarda uno schermo. Attraverso questo strumento egli ha verificato che proprio quando vi sono forti differenze di illuminazione, all’interno della zona osservata dalla fovea, si hanno i maggiori disturbi. Ridurre, quindi, le fonti di luce troppo intense vicino al computer, mantenere una distanza media dal video di 50-70 cm; andare periodicamente dall’oculista (preferibilmente ergoftalmologo) e regolare i condizionatori perché quando l’aria è troppo secca gli occhi si asciugano e le palpebre grattano, potrebbero essere soluzioni al problema.
Altro rischio è la produzione di radiazioni del computer: raggi x, infrarossi e ultravioletti. Possono avere degli effetti biologici negativi? In realtà questi timori sono infondati perché i raggi x e anche gli altri vengono efficacemente schermati dal vetro o deviati lateralmente. Bisogna poi considerare che l’intensità di tali radiazioni diminuisce molto rapidamente e diventa insignificante a 50-70 cm dal video. In definitiva il computer non danneggia la salute se viene utilizzato correttamente. Anche la lettura è uno dei passatempi più consigliabili, ma non fa bene trascorrere ogni giorno 15 ore immersi sui libri. Così pure per l’informatica: usiamo il computer senza paure, ma ogni tanto concediamoci un po’ di tempo per qualche bella passeggiata all’aria aperta.