Tante portate dall'antipasto al dolce, preparate dallo chef Criscione. «Di fronte a una società che non offre possibilità di riscatto, iniziative simili permettono a queste persone un confronto con il mondo esterno per contrastare il senso di abbandono vissuto qui dentro», afferma la direttrice della Casa Circondariale
Assaggi di libertà al carcere Pagliarelli Pranzo d’amore offerto a 420 detenuti
Assaggi di libertà. Un momento di condivisione e di festa per i 420 detenuti del Pagliarelli che due giorni fa hanno preso parte alla quarta edizione dell’iniziativa L’ALTrA cucina… per un pranzo d’amore, promossa da Prison Fellowship Italia Onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS. Se il periodo delle festività natalizie si porta dietro aspettative e ricordi che a volte per molti possono diventare come macigni, prendere parte a un vero e proprio banchetto natalizio può diventare molto importante per chi vive la realtà del carcere.
L’evento si è svolto anche in altri nove istituti penitenziari in tutto il territorio nazionale per un totale complessivo di 2.500 pasti. Piatti gourmet eseguiti «per dare bellezza a chi quotidianamente non la vive», dice Luciana Leone, direttore delle Edizioni Rns. «Di fronte a una società che non offre possibilità di riscatto, iniziative come quelle di oggi permettono a queste persone un confronto con il mondo esterno in grado di contrastare il senso di abbandono e di rifiuto vissuto qui dentro – spiega la direttrice della Casa Circondariale, Francesca Vazzana – Sentirsi amati e accolti oggi, dona ai detenuti la speranza di poterlo essere anche domani, quando usciranno da qui».
Ed è stato proprio un pranzo degno di nota quello servito ieri dallo chef palermitano Carmelo Criscione del Petit Cafè Nobel, insieme al suo staff, in modo del tutto gratuito. Ad affiancarlo anche una decina di detenuti addetti alla cucina e una trentina di volontari che hanno servito ai tavoli le squisitezze preparate per l’occasione. Tre giorni di preparazione per portare a tavola un vasto menu che spazia dagli antipasti che comprendevano tra le altre cose dall’insalata di polpo con patate alle verdure pastellate fino a focaccine con milza panelle e crocché, ricotta, al primo che consisteva in un timballo di pasta al forno. Per secondo salsiccia con patate. E poi frutta, un’enorme cassata e cannoli riempiti al momento.
«Ho partecipato all’iniziativa per la seconda volta – afferma lo chef Criscione – l’anno scorso mi sono occupato però solo dei dolci, quest’anno ho gestito l’intero evento che si è svolto in tutta tranquillità e in un clima di festa. Quando mi hanno chiamato sul palco ero anche molto emozionato. Spesso guardando la condizione di queste persone soltanto da fuori è facile pensare ‘sono delinquenti’ ma una volta che entri tra le mura del carcere e li osservi, ti rendi conto della vita dura e delle rinunce alle quali sono sottoposti». Tra i partecipanti all’evento anche un gruppo di detenuti musulmani ai quali è stato servito un menu dedicato nel rispetto della loro religione. All’evento hanno preso parte solo carcerati uomini ma il cibo avanzato, una quota consistente, è stato destinato anche ai reclusi negli altri settori, come quello femminile.
Una giornata iniziata dalle prime ore del mattino e conclusasi nel pomeriggio che ha lasciato traccia anche nel cuore dei tanti volontari che hanno preso parte all’evento, che hanno anche intrattenuto i detenuti, a causa di defezioni all’ultimo minuto di alcuni artisti, cantando canzoni popolari anche insieme ai detenuti che si sono esibiti sul palco: «Queste persone aspettano eventi di questo tipo durante tutto l’anno – dice un volontario – uno di loro è salito sul palco alla fine dell’iniziativa e ha detto ‘ci avete fatto assaporare la libertà’».