«A causa di una poco accorta gestione politica e burocratica degli adempimenti necessari alla costruzione dell’asilo nido a Brancaccio I piccoli del beato Giuseppe Puglisi, i tre milioni di euro stanziati dal governo Conte nell’aprile del 2019, a dicembre sono andati in perenzione. Quindi niente più asilo a Brancaccio». La denuncia arriva da Maurizio Artale, il presidente del centro di accoglienza Padre Nostro. Il rischio che questo accadesse, non solo per la struttura dedicata al sacerdote vittima della mafia ma per un totale che arriva a 35 milioni di euro, era già stato paventato.
«Non vi sarà più quel servizio per la prima infanzia, tanto voluto dal primo martire di mafia, il beato Giuseppe Puglisi, il cui progetto è stato addirittura benedetto da Papa Francesco, durante la sua visita alla Casa museo il 15 settembre del 2018 in occasione del XXV anniversario dell’uccisione del prete di Brancaccio», aggiunge il presidente Artale sottolineando che l’asilo nido è stato «progettato dal centro di accoglienza Padre Nostro, con la collaborazione di Reggio Children, con il contributo economico della fondazione Giovanni Paolo II di Firenze e con il grande impegno del quotidiano Avvenire».
Una sinergia che ha resistito, negli anni, anche a diversi atti vandalici. «Allo scopo di supplire alle mancanze che hanno condotto al definanziamento del progetto – spiega il presidente del centro Padre Nostro – è stato presentato un emendamento alla finanziaria nazionale, che riassegnava la somma per la costruzione dell’asilo nido, ma è stato bocciato. Adesso abbiamo l’ultima possibilità di dotare i bambini dai zero ai 36 mesi di Brancaccio di un vero asilo nido e – conclude Artale -chiediamo che il governo Meloni approvi l’emendamento che è stato presentato nel decreto Milleproroghe»
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