Un incontro dedicato alle ausiliarie delle cooperative degli asili nido comunali solo interlocutorio. Continuano a non esserci certezze per le lavoratrici anche dopo l'incontro ieri in assessorato con in direttore dei servizi sociali Corrado Persico. «Bisogna trovare un artificio legale per abbassare le rette e aumentare il numero degli esonerati. Solo così si possono dare risposte ai bisogni della città e garantire il più possibile i dipendenti», afferma la Confsal
Asili nido, nessuna certezza per le coop Sindacati: «Aumentare numero di esonerati»
«Un incontro interlocutorio che non ci dà certezze». Così è stato definito dalle ausiliarie che con le cooperative collaborano al buon andamento degli asili nido, l’appuntamento di ieri pomeriggio all’assessorato dei Servizi sociali tra i sindacati Confsal e Cgil e il direttore Corrado Persico, in sostituzione dell’assente assessore Fiorentino Trojano.
«Abbiamo saputo che ci saranno 72 educatrici comunali rispetto alle 91 dell’anno scorso – afferma Rosaria Leonardi della Cgil – e che probabilmente ci sarà una proroga dell’appalto attuale in attesa di risolvere i problemi dei servizi a domanda individuale». Come sostiene Antonio Santonocito, dirigente sindacale Confsal, infatti, «non ci sarebbero i tempi per una gara d’appalto per settembre, quindi la proroga sarà quasi obbligata».
«Chiediamo un incontro urgente con l’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando, con quello ai servizi sociali Trojano e con il capo di gabinetto Massimo Russo per discuterne», dice Gaetano Agliozzo, segretario generale funzione pubblica della Cgil.
Al di là di ogni incontro però, il vero problema sta nel fatto che il numero delle lavoratrici da confermare o meno per il prossimo anno dipende da quello dei bambini. In merito il Comune riferisce di circa 250 iscrizioni, mentre le ausiliarie di 198, ma in ogni caso si tratta di numeri insufficienti per confermare tutti i lavoratori.
Annunciata già nei giorni scorsi una riduzione sia del personale che del numero di asili da parte dell’assessore Trojano. Se però si sa già che apriranno solo dieci asili su 14, delle lavoratrici non si conosce ancora il futuro. Due strutture dovrebbero essere gestite interamente dalle cooperative. «Secondo la logica dei fondi Pac, – dichiara Matteo Iannitti di Catania bene comune – questi fondi dovrebbero servire per l’estensione del servizio, se i numeri sono così bassi, perché dovrebbero?», si chiede.
«Ero fiducioso, credevo fossero di più i bambini. Bisogna trovare un artificio legale per abbassare le rette e aumentare il numero degli esonerati – afferma ancora Santonocito – Solo così si possono dare risposte ai bisogni della città e garantire il più possibile i dipendenti».