Il dirigente generale del dipartimento alla Programmazione sanitaria del ministero della Salute ha scritto all'assessorato guidato da Ruggero Razza, chiedendo una relazione che faccia luce sui motivi dello sfratto del centro dal Policlinico di Messina
Nemo Sud, ministero chiede chiarimenti alla Regione Davanti all’Ars protesta dei pazienti contro la chiusura
La lettera denuncia del garante dell’infanzia e dell’adolescenza di Messina Angelo Costantino, diretta al ministro della Salute Roberto Speranza, ha sortito l’effetto sperato. Costantino chiedeva che venga fatta chiarezza sui motivi che hanno portato alla fine della collaborazione tra il centro Nemo Sud, specializzato nella cura delle malattie neuromuscolari rare, e il Policlinico. Di questa mattina è la notizia dell’interesse mostrato dal direttore generale alla Programmazione sanitaria del ministero della Salute Andrea Urbani, che ha inviato una nota all’assessorato regionale guidato da Ruggero Razza, chiedendo una relazione sulla chiusura del centro «ai fini delle valutazioni di competenza».
La missiva di Costantino era stata scritta di getto lo scorso mercoledì, dopo aver visto sui social e attraverso i mass media la denuncia della mamma del piccolo Peter, affetto da Sma1 e seguito fino al 30 giugno dal Nemo Sud dopo la somministrazione della terapia genica con Zolgesma. Tuttavia, il primo giorno dopo il passaggio di consegne tra il centro Nemo Sud e il Policlinico, a cui al momento spetta la gestione delle terapie, il bimbo insieme a un altro neonato hanno atteso quattro ore prima di essere visitati. Adesso l’assessore alla Salute dovrà spiegare a Roma anche perché il 30 giugno scorso ha sottoscritto una nota in cui si invitava a proseguire la collaborazione tra Nemo Sud e Policlinico in attesa di una nuova collocazione del centro in altra struttura. Sempre Razza si era detto certo che il Policlinico potesse garantire gli standard di cura e assistenza ai pazienti dopo aver preso atto della contronota inviata dal commissario dell’azienda sanitaria universitaria che rifiutava di proseguire nelle collaborazione perché venivano ravvisati «profili di illegittimità» nella convenzione che regolava i rapporti tra i due enti.
Non è la prima volta che Roma si interessa del Nemo. Nel 2019 alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle, con in testa l’allora presidente della commissione Sanità (oggi sottosegretario alla Salute) Pierpaolo Sileri, aveva presentato un’interrogazione proprio al ministero, chiedendo chiarezza sui rapporti tra Policlinico, Nemo Sud, e quindi la Fondazione Aurora, e sulla gestione dei posti letto. In quell’occasione la convenzione e i rapporti tra le due realtà erano state difese proprio dall’azienda sanitaria. Ma qualcosa deve essere cambiato. Ed a volerlo capire c’è adesso anche il ministero.
Intanto oggi a Palermo la Uil ha protestato contro la chiusura del Nemo davanti alla sede dell’Ars. E come già successo a Messina, a chiedere che la Sicilia non venga privata di questo polo specializzato c’erano i pazienti. Molti di loro in carrozzina hanno sfidato l’afa e hanno ribadito a gran voce perché il Nemo deve restare in Sicilia, a Messina. Sono stati accolti all’interno della sede dell’Ars per mettersi al riparo dal sole cocente di oggi, in attesa che una delegazione incontrasse i vertici dell’assessorato alla Salute.