L'attivista Gianmarco Catalano ha chiesto a MariSicilia chiarimenti sulla recinzione nel parco dell'Hangar. Per il comandante Andrea Cottini, però, sarebbe «indirizzata alla spasmodica ricerca di spunti per circoscrivere lo spazio d'azione della forza armata»
Augusta, l’ammiraglio risponde piccato a un ambientalista Richiesta notizie su bene vincolato diventa «aggravio lavorativo»
«Un aggravio lavorativo, certamente legittimo, ma di cui non se ne comprende a fondo l’efficacia». È così che il comandante marittimo Sicilia contrammiraglio Andrea Cottini ha definito la richiesta di accesso agli atti presentata dall’attivista del comitato Punta Izzo possibile Gianmarco Catalano sulla recinzione che, all’inizio di quest’anno, è spuntata nella zona dell’idroscalo del parco dell’Hangar di Augusta. «È la prima volta che una risposta del genere, così piccata, mi viene messa nero su bianco – commenta Catalano a MeridioNews – di fronte a una legittima richiesta di chiarimento». Quella stessa che nella pec di risposta, l’alto ufficiale ha bollato come «indirizzata alla spasmodica ricerca di spunti utili per circoscrivere lo spazio d’azione della forza armata».
Candidata a bene dell’Unesco, l’area è anche sottoposta a vincoli paesaggistici, archeologico e storico- culturali. La zona verde, dove fin dal dopoguerra si poteva accedere liberamente, fino al settembre del 2016 era di proprietà del Comune di Augusta. Poi, passata al demanio Difesa, è diventata inaccessibile e, nel marzo del 2017, all’interno del parco sono stati rasi al suolo oltre un centinaio di eucalipti monumentali. A gennaio è comparsa una lunga e vistosa recinzione perimetrale – accompagnata da cartelli con il divieto di ingresso – che ha subito preoccupato gli ambientalisti del coordinamento Punta Izzo possibile e dell’associazione Natura Sicula. «Da qui è nata l’esigenza di richiedere un accesso agli atti per capire le intenzioni della Marina su quel bene», racconta Catalano. «Le finalità delle opere attengono a fini istituzionali delle forze armate». È la generica risposta che è stata fornita per mail da MariSicilia che mantiene il totale riserbo su cosa intende realizzare nei terreni che sta recintando.
A questo proposito, nel documento firmato dal contrammiraglio Cottini si specifica che «la recinzione attuale è di tipo provvisorio» e che «per la realizzazione della recinzione perimetrale definitiva è stato rilasciato apposito parere favorevole della Soprintendenza di Siracusa». Altra questione è quella che riguarda l’abbattimento degli alberi all’interno della base navale. «Non sono previste, se non necessario – puntualizza il comandante marittimo – opere di ripiantumazione di specie arboree e arbustive autoctone». Eppure, nella mail indirizzata all’attivista si precisa anche che la gestione del parco dell’hangar dei dirigibili sarà «nel rispetto delle norme ambientali, paesaggistiche e di tutela del patrimonio storico-culturale. Questo comando marittimo Sicilia – prosegue il documento – amministra i beni demaniali destinati alla difesa militare conciliando gli obiettivi istituzionali governativi con i precipui interessi della locale collettività». Con un riferimento anche all’«intrinseco interesse degli stessi militari in servizio presso la base, che in gran parte sono anche residenti in città o nei prossimi dintorni».
Nella formula di chiusura, da una parte c’è la cortese e «completa disposizione per fornire qualsiasi documento o informazione»; la riga dopo, però, arriva dal contrammiraglio la puntualizzazione del fatto che «non sarebbe congruo con il rispetto del principio di buon andamento della pubblica amministrazione negare che la ripetuta attivazione di pubblici funzionari per l’ostensione di atti afferenti a situazioni note o oggetto di pregresse attività d’informazione – verosimilmente indirizzate alla spasmodica ricerca di spunti utili per circoscrivere lo spazio d’azione della forza armata – costituisce un aggravio lavorativo, certamente legittimo, ma di cui non se ne comprende a fondo l’efficacia».