Ragusa: ecco la lista dei furbetti dei vaccini per il Covid-19 Parenti di dipendenti Asp, medici in pensione ed ex sindaci

«Amu fatto a cuegghieré (lo abbiamo fatto a chiunque, ndr)». Figli, mariti e mogli di sanitari e dirigenti amministrativi dell’Asp di Ragusamedici in pensione da oltre un decennio e anche uno condannato per corruzione e licenziato dall’azienda sanitaria, ex sindaci della provincia iblea e pure portavoce di politici. Sono i nomi spuntati nell’elenco delle persone che hanno ricevuto il vaccino per il Covid-19, quando la puntura però era riservata solo a medici, infermieri e al personale che lavora nelle strutture sanitarie. «Infiltrati» li ha definiti il direttore generale dell’azienda sanitaria Angelo Aliquò che, ai microfoni della trasmissione di La7 Piazza Pulita, ha dichiarato di non essere a conoscenza di rapporti di parentela tra i furbetti e i dipendenti dell’Asp

E invece, scorrendo la lista dei vaccinati, i collegamenti diretti sono parecchi. Ci sono il marito (che di professione fa l’avvocato) e la figlia 31enne della dirigente delle risorse umane dell’Asp Maria Rosaria Sigona. «È gravissimo questo fatto e non c’è nessuna giustificazione. Solo un sentirsi più furbi degli altri e questo – commenta Aliquò – mi fa girare i coglioni». Da un controllo incrociato, emerge anche il nome di Giuseppe Iuvara. Il 61enne medico legale e presidente della commissione invalidi che, lo scorso febbraio, è stato arrestato per corruzione (e poi condannato in primo grado a quattro anni) dopo essere stato colto in flagranza mentre intascava dei soldi dalla figlia di un’anziana in cambio del riconoscimento di una pensione di accompagnamento a cui non avrebbe avuto diritto. «Cose da pazzi – ha detto il direttore dell’Asp – Io l’ho licenziato». 

Tra i vaccinati c’è anche la giornalista Valentina Maci che, oltre a essere l’addetta stampa della deputata del Movimento 5 stelle Marialucia Lorefice, è anche la moglie di un medico. Tra chi è stato avvantaggiato da parentele sanitarie c’è anche Livio Pirromuto, il 26enne figlio di un medico dipendente dell’Asp che si è vaccinato a Comiso. «Soffro di bronchite – ha risposto il giovane ammettendo che il suo medico curante è il padre – e ho sempre episodi di febbre e tosse con catarro. Chi mi ha fatto vaccinare, di sicuro, non lo ha tolto a qualcuno che lo meritava più di me». E, invece, sarebbero almeno una decina i sanitari dell’hospice di Modica a non avere ancora ricevuto il vaccino.

Non solo questioni di parentele. Un ruolo per saltare la fila sembrano averlo giocato pure le cariche politiche. O meglio, il loro ricordo. Nella lista di coloro che hanno ricevuto la prima dose del vaccino il 6 gennaio a Scicli ci sono anche due ex sindaci. Uno è Francesco Agnello, che di professione fa l’ingegnere; l’altro è Vincenzo Manenti che, oltre a essere stato per due volte primo cittadino sciclitano, è anche un medico in pensione da 15 anni. «Mi toccava. Punto e basta», ha risposto Manenti che per giustificarsi ha dichiarato di fare «consulenze e visite a titolo quasi sempre gratuito. Tanta gente mi ha voluto bene e io voglio bene alla gente». 

Intanto, mercoledì scorso due dirigenti in servizio nel centro di vaccinazione di Scicli (il responsabile e la sua vice) sono stati sospesi dal servizio per 30 giorni dopo gli accertamenti disposti dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Dalle indagini dei carabinieri del Nas è emerso che i vaccini sarebbero stati inoculati anche ad alcuni familiari dei due dipendenti dell’Asp che non erano in lista e non ne avrebbero avuto diritto. Il dilemma adesso è: ai furbetti va somministrata la seconda dose del vaccino? «Non ne hanno titolo. Sarebbe come diventare loro complici o avallare questo comportamento», è la linea dura scelta dal presidente della Regione Nello Musumeci


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