Il governatore della Sicilia ha dato l'annuncio al termine di un vertice di maggioranza durato cinque ore. Soddisfatto per il matrimonio con il Carroccio anche il presidente dell'Assemblea Gianfranco Miccichè
Musumeci ufficializza l’ingresso in giunta della Lega «Ne sono felice, disponibilità avuta su mia richiesta»
Alla fine, come ampiamente preannunciato, il matrimonio si celebrerà. Da un lato il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e, dall’altro lato, il primo assessore della Lega nella storia del parlamento dell’Isola. Il nome, almeno per il momento, non è uscito fuori. Certo invece è l’assessorato che prenderanno in mano gli uomini di Salvini. Sarà quello ai Beni culturali, rimasto vacante dopo la morte dell’archeologo Sebastiano Tusa. Deceduto in un incidente aereo in Kenya a marzo dello scorso anno.
«Oggi è stata un’intensa giornata di lavoro, conclusasi con la disponibilità della Lega a entrare in giunta, su mia richiesta: ne sono felice perché mi è stata vicina fin dalla mia candidatura. Sono certo che, adesso, il centrodestra al completo saprà dare ulteriore impulso alle grandi riforme, in un rapporto sempre più sinergico tra governo e Assemblea regionale, comprese le forze dell’opposizione che vorranno essere propositive», commenta Musumeci alla fine del vertice di maggioranza durato cinque ore. «I siciliani hanno voglia di ricominciare e noi dobbiamo sapere interpretare, sempre meglio, il loro grande desiderio di uscire dall’incubo dell’epidemia e guardare al futuro con rinnovata speranza», conclude.
Soddisfatto per l’ingresso in giunta della Lega anche il presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè: «Sono contento e spero che l’assessore ai Beni culturali, chiunque esso sarà, abbia il coraggio, e ne sono certo, di imprimere una svolta amministrativa, partendo dalle sovrintendenze: ci sono 18mila pratiche ferme. Vanno sbloccate di colpo, salvo verifiche successive».
L’annuncio di Musumeci arriva cinque giorni dopo l’addio alla Lega del deputato regionale Giovanni Bulla. Tornato sotto l’effige dello scudo crociato dell’Udc quattro mesi dopo essere entrato nel gruppo parlamentare del Carroccio.