L'anziana è morta tre giorni fa al pronto soccorso di Leonforte e oggi è arrivato il risultato del tampone effettuato dopo il decesso. Nella provincia etnea i casi arrivano a 108. Positivo il vicesindaco di Grammichele. Commissariato l'ospedale di Sciacca
Coronavirus, quarto morto: è un’80enne di Agira A Catania quasi la metà dei 237 contagi dell’isola
La quarta persona morta con Covid-19 in Sicilia è una donna di 80 anni di Agira, in provincia di Enna. Solo oggi si è saputo della positività, ma l’anziana è in realtà deceduta tre giorni fa, il 15 marzo. Successivamente le è stato fatto il tampone e oggi è arrivato il primo risultato dal laboratorio di Catania: positiva. Per ulteriore conferma si sta eseguendo una seconda verifica.
Stando a quanto riferiscono fonti sanitarie, la donna è arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Leonforte alle 17.55 di domenica con gravi problemi respiratori e 35 minuti dopo è morta. «Non c’è stato nemmeno il tempo di eseguire una tac», precisano dall’Asp. Adesso che è arrivata la conferma del contagio, è partita un’indagine epidemiologica sui contatti più stretti dell’80enne. E ad Agira è già emersa la positività di un altro anziano. In totale in provincia di Enna sono otto i casi di contagi accertati, di cui sei ricoverati, tra questi due sono in terapia intensiva.
I NUMERI REGIONALI
L’ultimo bollettino dell’assessorato regionale alla Salute parla di 237 positivi in Sicilia (+24 rispetto a ieri). Poco meno della metà, 114, sono ricoverati (53 a Catania, 21 a Palermo, 10 a Messina, 10 a Siracusa, 7 a Trapani, 6 a Enna, 3 a Caltanissetta, 2 a Caltanissetta e 2 a Ragusa). Nell’isola 28 persone sono in terapia intensiva.
In Sicilia dall’inizio dei controlli sono stati effettuati 2.916 campioni. Dei 237 contagiati, 112 sono in isolamento a casa, otto sono guariti (tre a Palermo, due ad Agrigento, uno a Enna, Messina e Ragusa) e quattro sono morti. Questa la divisione dei positivi nelle varie province: Catania 108, Palermo 40, Agrigento 22, Siracusa 21, Messina 16, Trapani 14, Enna 8, Ragusa e Caltanissetta 4.
CATANIA
Nel capoluogo etneo i cittadini contagiati, secondo i dati della Regione Siciliana, sono 108. Di cui 53 ricoverati. Si tratta, cioè, di 12 persone risultate positive e undici ricoveri in più rispetto a ieri. Due persone sono ricoverate in Terapia intensiva all’ospedale Cannizzaro e una al San Marco. All’ospedale Garibaldi di Nesima, l’hospice di Malattie infettive sta liberando reparti per recuperare quaranta ulteriori posti letto.
Secondo quanto appreso da MeridioNews, il cluster di Agraria si sta esaurendo, dopo avere raggiunto la quindicina dei contagiati. L’ultimo è il fratello di uno dei primi docenti dell’ateneo di Catania di cui è emersa la positività. La seconda scia rilevante è quella dell’Asp etnea: il test tampone eseguito su un’altra dirigente in servizio negli uffici centrali di via Santa Maria La Grande ha dato esito positivo. È per ora limitata, invece, la portata del contagio del medico endocrinologo del Garibaldi di cui era emersa la positività alcuni giorni fa: nessuno dei suoi pazienti è risultato positivo, per il momento, mentre lo sono sua moglie e suo figlio.
Nel Calatino, a Grammichele, la popolazione resta in apprensione: dopo che un farmacista locale si è sentito male durante un viaggio di lavoro a Milano (e lì è stato ricoverato e dimesso nelle scorse ore), sono scattati i controlli sulla cittadinanza. Il vicesindaco del Comune, Giuseppe Branciforte, è positivo al contagio: è in isolamento domiciliare e sta bene. «L’ultima volta che è stato in municipio è stata il 27 febbraio, stiamo tutti bene e nessuno ha sintomi – spiega a MeridioNews il sindaco Pippo Purpora – Siamo preoccupati come i cittadini di tutt’Italia, ma in questo momento la situazione è sotto controllo». L’ospedale di riferimento per quel territorio è il Gravina di Caltagirone, individuato dalla Regione Siciliana come uno dei centri Covid-19. Lì sono risultati positivi anche due medici in servizio nella struttura sanitaria. Uno è lì ricoverato, un’altra è in isolamento domiciliare. Tutti i reparti del presidio sanitario, comunica l’Asp, sono attivi e in piena funzione.
Era di Catania, inoltre, la terza persona positiva al coronavirus morta in Sicilia. Era un lavoratore dell’azienda farmaceutica Pfizer, alla zona industriale del capoluogo catanese, ed era stato ricoverato il 13 marzo a seguito dell’aggravarsi della sua situazione clinica. È morto ieri, cioè tre giorni dopo l’ingresso in ospedale.
Sempre da Catania, invece, arriva l’appello dei medici alla Regione Siciliana e al governo nazionale: i dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, tute…) sono ormai agli sgoccioli anche nei reparti in cui lavorano gli infettivologi per fronteggiare l’emergenza. A breve, denunciano, rischieranno di lavorare senza alcun modo per proteggersi dal contagio.
IL CASO SCIACCA
In provincia di Agrigento il numero dei contagiati nelle ultime 24 ore non è salito. Rimangono 22, quasi tutti concentrati a Sciacca, dove c’è un focolaio in ospedale. Fortunatamente la terza tranche di tamponi effettuati su 66 persone, in gran parte personale sanitario, ha dato per tutti esito negativo. Ne dà notizia la presidente della commissione Salute all’Ars Margherita La Rocca Ruvolo, che è pure sindaco di Montevago. Si resta in attesa di qualche altro tampone effettuato tra ieri e oggi su personale sanitario che manifestava dei sintomi.
Intanto, però, a riprova della particolarità della situazione a Sciacca, l’assessore regionale Ruggero Razza ha nominato Alberto Firenze come commissario ad acta per gestire l’emergenza Covid-19 all’ospedale. Firenze è risk manager del Policlinico di Palermo e sostituirà il direttore sanitario dell’Asp Gaetano Migliazzo. Quest’ultimo, in una nota di risposta a MeridioNews dopo la richiesta della sindaca Francesca Valenti di trasparenza e chiarezza, aveva dichiarato che la concentrazione dei contagi a Sciacca era in parte dovuta al fatto che lì si facessero più tamponi che nel resto della provincia.
MESSINA
Molto delicata la situazione a Messina e provincia (qui un approfondimento). Tutto parte dal ritorno di 140 persone – tra cui diversi professionisti – da Madonna di Campiglio il 7 marzo. Tra loro ci sono già due casi positivi. Uno è un medico anestesista che lavora al Policlinico di Messina e presso lo studio privato di radiologia di Santa Teresa di Riva.