L'omicidio è avvenuto a marzo dell'anno scorso a Santa Lucia sopra Contesse, frazione di Messina. Il 27enne, in un primo tempo, ha chiesto l'abbreviato ma poi ha optato per il rito ordinario. Il dibattimento, però, potrebbe essere trasferito in Calabria
Omicidio Alessandra Musarra, processo per l’ex Cristian Ioppolo è accusato di averla strangolata
Processo il 25 marzo per Cristian Ioppolo, il 27enne arrestato per l’omicidio di Alessandra Musarra, l’ex fidanzata trovata morta l’8 marzo scorso nella abitazione della donna di contrada Compolino a Santa Lucia sopra Contesse, a Messina. Lo ha deciso la giudice dell’udienza preliminare Monia De Francesco che lo ha rinviato a giudizio, fissando l’inizio del dibattimento davanti la Corte d’Assise. La gup ha anche rigettato la richiesta dell’avvocato Alessandro Billè di sentire il perito psichiatrico sulle condizioni di Cristian.
Alla luce della documentazione medica e del comportamento del 27enne, sia durante il delitto sia dopo, la giudice ha ritenuto che fosse perfettamente in grado di intendere e di volere. Sull’istanza di spostamento avanzata dal difensore del ragazzo, che aveva chiesto di sospendere tutto in attesa che la Cassazione decida, il gup ha deciso di andare avanti, nell’attesa della decisione. Se la Suprema Corte accoglierà l’istanza, il processo di primo grado si dovrà spostare a Reggio Calabria.
Ioppolo, in un primo momento, aveva chiesto di poter essere giudicato in abbreviato, ma condizionato a una serie di audizioni. Nel dettaglio quelle del dottor Nino Bondì, che ha effettuato l’autopsia su Alessandra per conto dell’imputato, dell’ex fidanzato della ragazza, dell’ispettore di polizia che ha visionato i filmati ed effettuato le intercettazioni, degli esperti della Scientifica di Palermo che hanno esaminato le tracce di dna sul luogo dove Alessandra è stata strangolata. Il gup ha però ammesso un abbreviato non condizionato. Decisione che avrebbe portato il giudice a entrare in camera di consiglio oggi stesso, per uscirne con la sentenza.
A questo punto l’avvocato Billè ha preferito andare avanti con il rito ordinario. Ha chiesto il proscioglimento del suo assistito per non aver commesso il fatto. Il rinvio a giudizio è stato invece sollecitato dal pubblico ministero Marco Accolla, dagli avvocati delle parti civili, Maria Gianquinto, Cettina La Torre e Oleg Traclò. Si è costituito parte civile anche il Cedav.