Il provvedimento è stato preso questa mattina dal sindaco di Realmonte Calogero Zicari, e arriva a due giorni dalla riunione alla Regione voluta da Nello Musumeci. Per l'associazione ambientalista, il primo passo da fare è l'acquisizione al patrimonio pubblico
Scala dei Turchi, nuova chiusura dopo gli ultimi crolli Mareamico: «Esproprio è soluzione per proteggerla»
Nuova chiusura per la Scala dei Turchi. Con un’ordinanza, stamattina, il sindaco Calogero Zicari ha deciso di interdire al pubblico l’accesso al noto sito turistico ricadente nel territorio di Realmonte, in provincia di Agrigento. Il provvedimento è motivato dall’esigenza di tutelare l’incolumità pubblica e segue i nuovi cedimenti del costone che si sono registrati nei mesi scorsi.
La misura, al momento, è stata presa per tre mesi, fino ad aprile. Un periodo nel quale dovrebbe essere attivato un tavolo tecnico per ragionare di un tema di certo non nuovo, ovvero come intervenire in un luogo simbolo della Sicilia, che ogni anno attira tantissimi turisti, ma che a oggi resta oggetto di cedimenti che, oltre a mettere a rischio la bellezza del posto, potrebbero causare incidenti alle persone.
La decisione di Zicari arriva a due giorni dall’incontro alla Regione convocato dal presidente Nello Musumeci e a cui ha preso parte, oltre ai vertici dell’assessorato al Territorio e della Protezione civile regionale, anche l’associazione Mareamico, che da tempo denuncia le condizioni in cui versa la marna. «Il presidente – si legge in una nota dell’associazione – ha capito benissimo quali sono i problemi della Scala dei Turchi: i mancati controlli dell’enorme flusso di visitatori, i rischi connessi alla pericolosità oggettiva del sito, le ricorrenti frane e la vicenda legata alla proprietà della scogliera. La Regione ha il dovere di proteggere questa bellezza paesaggistica e l’unico percorso per tutelarla dovrebbe essere quello di espropriare il bene».
L’ipotesi esproprio richiama la questione riguardante la proprietà privata del sito. La Scala dei Turchi, infatti, è della famiglia Sciabarrà. Da tempo è aperta una trattativa con il Comune per regolamentare la questione, ma al momento nulla è stato deciso. «Avendo acquisito la titolarità della scogliera si potrà proseguire con ulteriori interventi di salvaguardia e messa in sicurezza nel settore ovest, che crea le maggiori preoccupazioni – prosegue Mareamico -. Sarebbe necessario anche che la famosa scogliera possa essere iscritta tra i monumenti naturali e, come auspicano tutti, inserita tra i siti patrimonio dell’Unesco».