Si tratta di 52 immobili presenti sul territorio regionale. Tra essi ci sono torrette di avvistamento, edifici risalenti al Seicento e Settecento, ex caserme. Musumeci: «Ci rivolgiamo agli operatori che hanno esperienza nel settore»
Beni demaniali, ecco il bando rivolto ai privati «Farne siti turistici, commerciali o artigianali»
Concessioni di durata variabile dai 6 ai 50 anni, 52 beni già individuati e pronti per essere messi a bando, tra i quali il rudere del castello della Falconara, a Butera, in provincia di Caltanissetta, la Torre Pozzillo a Cinisi, nel Palermitano, e le ex Cupole di Milazzo, nel Messinese. Sono alcuni dei beni demaniali in stato d’abbandono di proprietà della Regione Siciliana che verranno concessi a titolo oneroso ai privati che parteciperanno al bando che verrà reso noto nelle prossime settimane. Tra 60 e 90 giorni i tempi di partecipazione alla gara a evidenza pubblica, a seguito della quale gli assegnatari dei beni potranno dare il via alla valorizzazione degli immobili.
Ad annunciarlo, questa mattina in conferenza stampa, il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, con il direttore del dipartimento Giuseppe Battaglia. I beni censiti sono otto nella provincia di Palermo, nove in quella di Messina, cinque in provincia di Caltanissetta, otto in provincia di Agrigento, otto in provincia di Catania, uno in provincia di Siracusa, uno in provincia di Ragusa, dodici in quella di Trapani.
Secondo il governatore, «si tratta di un patrimonio che fino a qualche anno fa non costituiva oggetto di attenzione da parte della pubblica amministrazione né dello Stato né della Regione». Ad oggi, dalle parti della Regione, non è noto il numero esatto dei beni abbandonati che potrebbero ancora essere messi a bando, come ammesso dallo stesso primo inquilino di palazzo d’Orleans: «Non sappiamo – sottolinea – quanti sono i beni marittimi della Regione e se non avessimo avviato con il nostro dipartimento una ricognizione, oggi non potremmo dirvi che ne vogliamo cominciare a recuperare 52. Continueremo a lavorare grazie agli archivi, ai Comuni e alle ex Province che ci segnaleranno gli edifici nei territori per capire quante sono le costruzioni realizzate sulla costa, un tempo funzionali e oggi abbandonati, costituendo testimonianza di degrado ambientale e culturale».
Alcuni dei beni rivestono una importante testimonianza storica: sono torri di avvistamento, edifici del ‘600 e del ‘700, ma anche ex caserme della guardia di finanza; altri sono ex edifici industriali e altri ancora veri e propri ruderi. «Dobbiamo salvaguardare i fabbricati – aggiunge Musumeci -, riqualificare le aree di pertinenza, valorizzarli, destinarli ad attività compatibili, attività turistiche e commerciali. In questo modo, si avvia non soltanto un recupero del degrado ambientale, ma anche un incremento delle entrate erariali. Abbiamo immaginato – continua il governatore – anche la possibilità di renderli compatibili con le attività di stabilimenti balneari, attività legate agli sport, bar e ristoranti, noleggio imbarcazioni e natanti, attività legate alla nautica e al diporto, attività artigianali, punti di ormeggio e ricovero per imbarcazioni».
«Dunque – conclude Musumeci – ci rivolgiamo alle imprese e agli operatori economici specialmente quelli che possono vantare una certa esperienza nel settore, dovranno riqualificare il bene e avranno tutto il tempo per ammortizzare le spese affrontate».