Direzione Pd, i dubbi sul congresso e le quote non versate «Non siamo più un partito, ma una federazione di tribù»

Che si profili una guerra fratricida, è fuori da ogni dubbio. Tutti vogliono «un candidato unitario, che non spacchi il partito». Ma tutti, nessuno escluso, vogliono piazzare il proprio candidato a candidato unitario

È così che la direzione regionale del Partito Democratico trasforma la Sala del Camino dell’hotel delle Palme a Palermo, in una stanza dei parenti serpenti. Davide Faraone ha puntato tanto, alle scorse regionali, sull’enfant prodige Luca Sammartino. Ma oggi il ragazzo con la barba da hipster e le sue 32mila preferenze raccolte all’ombra dell’Etna, fa paura. Persino al suo deus ex machina. Sammartino vorrebbe valorizzare i risultati fin qui conseguiti in sede congressuale. Ma si fatica, nelle retrovie del Pd, a immaginare unitaria una candidatura che porti il nome dell’attuale presidente della commissione Cultura all’Ars. 

Dall’altra parte, ecco l’asse della ritrovata intesa tra Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici che sponsorizza il nome di Baldo Gucciardi. A sparigliare le carte, negli scorsi giorni ci sono i nomi di Francesco Italia, sindaco di Siracusa, e di Pietro Navarra, deputato nazionale ed ex rettore di Messina. E poi ci sono i Partigiani dem, con quel non detto (ma non per questo meno noto) che vorrebbe Antonio Rubino alla guida del partito regionale. 

Di mezzo, appunto, una direzione regionale convocata ufficialmente per approvare il regolamento e dettare il percorso congressuale, che non fatica a trasformarsi in fretta in una guerra senza bandiere. A cominciare dal tema degli ex dipendenti del Pd, delle quote non versate da parte degli eletti al partito, dalle dimissioni, arrivate come una tegola a inizio settimana, del tesoriere Lillo Speziale. Insomma, un partito sull’orlo del fallimento sotto tutti i punti di vista. 

È così che, se da una parte il segretario uscente Fausto Raciti indica la strada con le candidature da presentare entro il 16 novembre (il 12 soltanto per Messina, commissariata), per avviare poi i congressi provinciali e regionale tra il 16 novembre e il 2 dicembre, ecco che subito Rubino prende la parola per presentare un emendamento al regolamento per imporre che possa votare soltanto chi è in regola con le tessere. Aspetto non secondario, un ulteriore cavillo sollevato che riguarda invece la data di iscrizione al partito per le candidature. Una postilla, un codicillo, funzionale a fermare la corsa di Sammartino, approdato al Pd appena qualche anno fa da Articolo 4, il movimento politico fondato da Lino Leanza. 

La discussione a quel punto si sposta tra chi, come il segretario etneo Enzo Napoli, chiede di rinviare il congresso, in virtù del fatto che «il Pd non è più un partito, ma una federazione di tribù. In questa fase – dice – non faremo un congresso, ma una guerra civile». Dall’altra parte chi, come i Partigiani dem, chiedono di andare al congresso subito. E dunque allo scontro. A schierarsi per uno slittamento del congresso è Cracolici, che riapre il dibattito sulle quote non versate al partito (25 euro al mese per ciascun consigliere di circoscrizione, 150 per i consiglieri comunali e 500 per i deputati regionali e nazionali). Cracolici chiede di rinviare il congresso perché «oggi non c’è più il Pd, non esiste più quello che abbiamo conosciuto, neanche quello degenerato. Io sono stato condannato a nome e per conto del gruppo del Pd e siamo arrivati a poco più di 70mila euro di condanna perché mi sono difeso. E consentitemi di dire che mi sono difeso da solo. Oggi porto sulle spalle un fardello di oltre 100mila euro e finora, a parte qualche pacca sulle spalle, non ho ricevuto altro. E ricordo che non un euro è stato intascato né da me, né dagli altri deputati. Io ho versato le mie quote fino ad aprile 2016, per un totale di 273mila euro. Da maggio 2016 ho interrotto perché mi dovevo difendere, notificando le mie motivazioni al partito. Finora ho sopportato in silenzio, anche con la stampa. Ma questa era la sede in cui fare chiarezza».

A rispondere a distanza a Cracolici, ma soprattutto a riportare la questione economica sul fronte politico è l’ex tesoriere Speziale, che nel sostenere che il congresso vada svolto, chiede a proposito delle quote: «Pensate che il problema sia economico? Il problema è politico, perché chi siede nel Parlamento regionale e nazionale, eletto col simbolo del Pd, non sente più l’appartenenza a una comunità. Questa è una enorme questione politica. Se qualcuno ritiene che questa non è più la casa per le battaglie politiche, esca. Ma se la considera ancora la sua casa politica, deve contribuire». 

E in risposta all’emendamento di Rubino sulla regolarità delle quote come requisito per la candidatura, aggiunge: «Non so se si può candidare o meno, il problema non è di carattere formale, ma sostanziale».
Insomma, si chiede Speziale, «può candidarsi alla segreteria chi non sostiene il partito? Può essere questo un elemento di dibattito politico o no? Perché guardate che le battutine arrivavano, me lo dicevano “fino a quando c’è Raciti, non versiamo”. Facciamo attenzione, perché questo è un terreno che costituisce un argomento pericoloso. Perché se domani ci fosse un segretario che non piace, ciascun deputato sarebbe legittimato a non pagare».

A chiudere il dibattito ci pensa Raciti, che in premessa precisa che il congresso ci sarà. «Non è nei nostri poteri – ha detto – decidere se i congressi provinciali o regionale si svolgeranno o meno. È stato stabilito dal nazionale ed è vincolante. Per questa ragione non credo che ci siano alternative rispetto al celebrare il congresso regionale. Nelle altre regioni i congressi stanno iniziando a svolgersi e senza particolari carichi di drammi». La commissione regionale per il congresso sarà formata Meni Pirrone, Franco Nuccio, Agata Teresi, Fausto Raciti, Giuseppe Bruno,Valentina Falletta, Salvo Alotta, Tony Costumati, Mario Meli, Tiziano Spada, Lillo Speziale.

La direzione regionale del partito alla fine, col solo voto contrario di Antonello Cracolici e due astenuti, ha approvato la relazione del segretario uscente Fausto Raciti, aprendo ufficialmente alla fase congressuale, (spostata dal 21 novembre al 2 dicembre per i circoli) che porterà alle primarie del Pd Siciliano il prossimo 16 dicembre.


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