Alla Camera dei Deputati la relazione finale sui lavori della commissione d'inchiesta sulla morte del militare siracusano alla caserma Gamerra di Pisa nel 1999 ha ricevuto all'unanimità voti favorevoli. Sola eccezione il partito di centro destra. «La Russa ha motivato con la volontà di tutelare le forze dell'ordine», dice Amoddio
Caso Scieri, Parlamento approva la relazione finale Fratelli d’Italia si astiene: «Odio contro la Folgore»
La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità, con la sola astensione di Fratelli d’Italia, la relazione finale sui lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri. Istituita nel novembre del 2015, con l’obiettivo di fare luce sul caso del militare siracusano trovato morto all’interno della caserma della Folgore Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999, la commissione ha presentato le proprie conclusioni la scorsa settimana, dopo venti mesi dalla sua prima seduta.
«Da molti parti diverse ci sono arrivate – dichiara a MeridioNews la presidente della commissione, Sofia Amoddio – le congratulazioni per il lavoro puntuale e approfondito che abbiamo fatto in questi mesi a diciassette anni dalla morte di Scieri. L’astensione dei componenti del partito di Fratelli d’Italia non ci stupisce ma siamo comunque forti del fatto che sono stati soltanto una esigua minoranza». Durante la seduta in Parlamento è intervenuto proprio il portavoce, Ignazio La Russa. «Non è stato in grado di motivare in modo argomentato l’astensione – dice l’onorevole Amoddio – e ha fatto riferimento solo alla loro volontà di tutelare e salvaguardare le forze armate. Ci tengo a sottolineare che abbiamo svolto i nostri lavori sempre nella consapevolezza che le responsabilità penali sono sempre individuali».
La Russa nel suo intervento, durato poco più di tre minuti, ha iniziato spiegando che Fratelli d’Italia non ha partecipato alla commissione perché «è scontato non interrompere le indagini in sede giudiziaria e amministrativa ed è condivisibile che le magistratura e le autorità competenti facciano ulteriore luce, se ce n’è bisogno, sulle cause e sulle ragioni della morte di Emanuele Scieri e su eventuali responsabilità disciplinari o penali – afferma – ma sin dall’inizio abbiamo avuto il dubbio che una indagine parlamentare abbia come vera motivazione di origine il fatto che si trattasse proprio della caserma Gamerra di Pisa dei paracadutisti, cioè che fosse figlia di una prevenuta valutazione di larga parte di questo Parlamento nei confronti della Folgore e dei militari. Abbiamo avuto il sospetto che l’inchiesta parlamentare sia figlia solo di un odio della sinistra nei confronti della brigata Folgore, lo dico senza mezzi termini. Il mio intervento – conclude – è teso a dimostrare che c’è chi considera meravigliosa la storia della folgore e del paracadutismo italiano».
La presidente ha ricordato anche che quando si era votato per l’istituzione della commissione «anche il partito della Lega si era astenuto, invece adesso hanno votato a favore forse perché un loro membro ha partecipato ai lavori mentre non c’era nessun componente di Fratelli d’Italia». Adesso, nonostante sia stata presentata e approvata la relazione finale, la commissione formalmente non è chiusa e dunque, se ci fosse necessità, potrebbe ancora andare avanti nei lavori di indagine.
L’amaro in bocca per l’astensione del partito di centrodestra è rimasto anche a Carlo Garozzo, amico del paracadutista siracusano e componente dell’associazione Giustizia per Lele. «L’onorevole Ignazio La Russa – dichiara – ha motivato la decisione affermando con convinzione che la commissione d’inchiesta ha avuto un solo obiettivo: gettare fango sulla folgore. Ha affermato che il suo partito non ha preso parte ai lavori perché rispettoso delle indagini della magistratura». Mentre è proprio grazie ai lavori della commissione d’inchiesta che la procura di Pisa ha accolto la richiesta di riaprire le indagini sul caso. «Le parole usate da La Russa sono state offensive – aggiunge Garozzo – nei confronti di tutti noi, della famiglia e degli amici che hanno chiesto che si facesse luce sulla morte di Lele e soprattutto nei confronti dei membri della commissione che non hanno mai detto una parola offensiva contro la folgore. Anzi – conclude – io credo che cercare verità e giustizia per Emanuele voglia dire anche ridare dignità al corpo militare».