Il progetto della ditta Pastorino riguarda un terreno che si trova a 700 metri dal lago Biviere. Mentre i cittadini appendono manifesti di protesta, il primo cittadino Saverio Bosco parla di «una situazione strana» con gli uffici regionali che avrebbero fatto pressioni sul Comune. A dare il nulla osta un funzionario arrestato per tangenti
Lentini, Procura indaga su ok alla discarica Armicci Sindaco: «Regione ci ha tolto possibilità di opporci»
Settecento metri. Tanto dista il lago Biviere di Lentini dall’area in cui dovrebbe sorgere la discarica per rifiuti speciali non pericolosi. «A due passi dalla nostra città, a due passi dal nostro lago, sotto i nostri agrumeti», denuncia il sindaco Saverio Bosco che si è rivolto ai cittadini per formare «un fronte comune di protesta». Ed effettivamente le adesioni ci sono state. Oltre a quelle di 70 tra associazioni, studi medici e negozi, sono state raccolte più di cinquemila firme e sui balconi di molte abitazioni campeggia lo slogan No discarica Armicci. La mobilitazione è nata pochi giorni dopo la modifica di un decreto dirigenziale che toglie la possibilità di veto al Comune. Per capire perché bisogna tornare indietro di un paio di anni.
«Nel 2012 la ditta Pastorino presenta il progetto preliminare della discarica che intende realizzare, per “migliorie per la città in cambio di varianti di destinazione d’uso” – spiega il primo cittadino -. Poi la ditta ottiene le autorizzazioni dalla Regione, ad eccezione di quella dell’ufficio tecnico comunale. Nel 2013 l’opposizione convoca un consiglio comunale e si vota una mozione che impegna l’amministrazione comunale a negare l’avvio dei lavori».
A luglio 2016, poco tempo dopo l’insediamento della nuova giunta, la ditta Pastorino avrebbe scritto al Comune per tornare sulla vicenda e aprire un’interlocuzione. «Ho risposto il giorno dopo, ribadendo che ciò che ci chiedevano non fa parte dei nostri programmi – continua Bosco -. Inoltre, ci siamo accorti che il procedimento di valutazione impatto ambientale è stato firmato da un funzionario della Regione che faceva mercimoni di autorizzazioni integrate ambientali. Così abbiamo fatto l’esposto in procura, con i motivi che ci inducono a non rilasciare le autorizzazioni, spiegando che l’iter organizzativo non è limpido e va annullato». Il riferimento di Bosco va a Gianfranco Cannova, funzionario regionale arrestato a luglio 2014 con l’accusa di prendere tangenti per rilasciare nulla osta sulle discariche.
Intorno al 20 ottobre, la ditta Pastorino comunica l’imminente avvio dei lavori previsto per il 5 novembre, scatenando il parere contrastante della giunta comunale. «Da quel momento la Pastorino scompare e ci risponde direttamente la Regione chiedendoci perché non stessimo rilasciando l’autorizzazione, una situazione strana perché solitamente un funzionario regionale risponde dopo mesi, invece in quel caso lo ha fatto dopo pochi giorni», commenta Bosco.
Da allora, dal decreto viene eliminato il capoverso che dà facoltà di scelta al Comune con la palla che passa unicamente alla Regione il 5 gennaio. Che paradossalmente vuole la discarica, nonostante pochi giorni prima avesse espresso parere positivo per la gestione del lago da parte del Comune di Lentini, «per rilanciare il turismo», anche per la presenza dell’area archeologica Valsavoia Armicci.
A seguito della denuncia, la magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla legittimità del contestato iter autorizzativo. Intanto il deputato regionale Vincenzo Vinciullo ha presentato un’interrogazione per capire se i vertici della Regione «siano a conoscenza della situazione e quali provvedimenti, urgenti e non più rinviabili, intendono adottare al fine di porre fine alle manifestazioni di protesta della popolazione».