A far parte della loggia, guidata dal funzionario regionale Lucio Lutri, sono 15 persone. Molte delle quali - tanti medici ma anche un dirigente pubblico - omonime di amici Facebook del maestro venerabile. Che proprio sul social, alla vigilia della cerimonia, aveva scritto un messaggio soltanto in apparenza criptico
Massoneria, la lista dei nomi di Pensiero e Azione «Edificare templi alla virtù, scavare prigioni al vizio»
Fratelli massoni e (forse) anche amici su Facebook. La lista degli affiliati alla loggia Pensiero e Azione – i cui documenti sono stati ritrovati in un cassonetto dei rifiuti, davanti al dipartimento regionale all’Energia – contiene altri 14 nomi oltre quello del funzionario, nonché maestro venerabile, Lucio Lutri. Gli altri iniziati sono Giuseppe Pipitone (primo sorvegliante), Gaetano Leonforte (secondo sorvegliante), Giovanni Pinto (oratore), Francesco Maggio (tesoriere), Salvatore Inguglia (primo esperto), Calogero Di Bella (secondo esperto), Nicola Cardile (maestro di cerimonia), Francesco Lo Monaco (ospedaliere ed elemosiniere), Giuseppe Virzì (grande esperto terribile), Vincenzo Frenda (primo diacono), Angelo La Porta (secondo diacono), Filippo Greco (fratello di loggia) e Ivano Scamardo (fratello di loggia).
Nomi che per la maggior parte corrispondono ad amici social dello stesso Lutri. Professionisti – perlopiù medici – e anche un dipendente pubblico che, però, stando a quanto da loro dichiarato a MeridioNews, sarebbero soltanto omonimi degli appartenenti alla loggia. Eccetto Raffaele Gillani, il dentista di Trabia che nei giorni scorsi, alla domanda su un suo ingresso nella loggia, ha risposto: «Ma a lei chi gliel’ha detto, scusi? Qual è il problema?». Tuttavia, che il famoso social network possa riflettere la passione di Lutri per la massoneria sembra confermato da un post, apparentemente criptico, che il maestro venerabile ha pubblicato alla vigilia della cerimonia di iniziazione. Il messaggio in bacheca è costituito soltanto da una lettera: la Q. Che per i massoni rappresenta il quadrilungo, ovvero la figura geometrica che, ricordando il piano della loggia dove si svolgono i lavori, simboleggia lo spazio sacralizzato.
Il gruppo si sarebbe riunito a Palermo il 5 marzo. Quel giorno tutto è iniziato con l’attesa nella sala dei passi perduti, dalla quale uno per volta fanno l’ingresso nel tempio. Previo, però, controllo: «Assicuratevi che tutti i presenti siano fratelli liberi muratori», ordina il maestro venerabile insediante ai due sorveglianti. Che a loro volta affermano di riconoscere i massoni presenti «dai segni che danno».
Nonostante ai fratelli sarà presto vietato intrattenersi «in questioni di politica e religione», nella cerimonia finisce anche il vangelo. Nello specifico, la prima pagina di quello di Giovanni. Su di essa – secondo il documento – il maestro venerabile sovrappone il compasso e la squadra, due dei principali simboli della massoneria. Archiviata la fase preparatoria, si passa all’ufficializzazione della nascita della nuova loggia, riconosciuta dal Grande Oriente d’Italia.
Ed è in questo momento che Lutri promette di impegnarsi nella «diffusione dei principi massonici». Al funzionario del dipartimento regionale all’Energia vengono consegnati il grembiule, il collare, la spada fiammeggiante e il maglietto. Spetterà a lui, che siede a Oriente «come il sole», il compito di istruire «i fratelli col lume della propria scienza muratoria». A partire da oggi, giorno in cui – secondo il documento – la loggia diventa ufficialmente attiva. Con quale obiettivo? È uno dei sorveglianti a dirlo: «Edificare templi alla virtù, scavare prigioni al vizio e lavorare al bene e al progresso dell’umanità».