Un guizzo creativo e forte. È quello che emerge dai quadri di Lucio Maggio, affascinante giovane artista siciliano che si forma, vive e lavora tra Palermo e Parigi. Osservando le sue tele, non passano affatto inosservate profondità e saldezza di una grande preparazione e un entusiasmo convinto, come un neo scapigliato novecentesco. Cresciuto in una […]
Foto di Lucio Maggio
Uno sguardo sull’arte: il guizzo delle tele di Lucio Maggio, tra Palermo e Parigi
Un guizzo creativo e forte. È quello che emerge dai quadri di Lucio Maggio, affascinante giovane artista siciliano che si forma, vive e lavora tra Palermo e Parigi. Osservando le sue tele, non passano affatto inosservate profondità e saldezza di una grande preparazione e un entusiasmo convinto, come un neo scapigliato novecentesco. Cresciuto in una realtà pregna di suggestioni artistiche, con la formazione familiare che parte dal teatro, dal nonno Franco Caruso, per oltre 40 anni noto e benemerito regista luci del teatro Biondo di una Palermo di grandi successi artistici e teatrali; Maggio svela di sé che, fin da piccolo, il suo era un mondo bombardato da stimoli culturali a tutto campo. Il suo primo incontro con l’arte, ci racconta, fu la visione del Moby Dick di Vittorio Gassman, con l’allestimento luci del nonno.

E, tuttora, l’amore per il teatro permane nel nostro giovane artista, tanto che l’ultimo lavoro in occasione della rassegna Una Marina di Libri espone un dittico su Antonin Artaud e il teatro della crudeltà. Il tutto lo ha poi condotto a evolvere dal suo amore per la pittura di Renato Guttuso alle deformazioni del L‘Ecole de Paris di Chaim Soutine e Moïse Kisling. La sua ricerca poetica parte del Mediterraneo e arriva ai cieli grigi gotici della Francia. Il suo lavoro trae ispirazione dall’arte moderna e contemporanea e dall’arte sacra, dando vita a una ricerca spirituale che si manifesta attraverso un linguaggio simbolico orientato all’unità. L’introspezione è il fulcro del suo percorso creativo, che considera una forma di preghiera e una ricerca profonda del sé. La sua identità, profondamente influenzata dalla cultura mediterranea, è al centro della sua indagine artistica e ricerca pittorica.
Lucio Maggio esplora le molteplici influenze che definiscono il suo essere, paragonandole all’effetto che la Luna o il Sole esercitano sugli esseri umani. Il simbolismo qui presentato non è un genere a sé stante, ma piuttosto un approccio intellettuale che rimane essenzialmente enigmatico. L’artista porta una nuova vitalità a questo stile, che cerca di offrire una visione globale con l’obiettivo di trasmettere conoscenze di origine metafisica, le cui verità sono meglio espresse dai simboli. E queste verità Maggio desidera comunicarle attraverso la catarsi delle emozioni nella ricerca dell’unità. Senza mirare alla comprensione visiva dell’osservatore, ma toccando la sua sensibilità e le sue emozioni. In un’epoca dominata da numerose certezze, il simbolismo e lo studio degli archetipi presenta un universo in cui la stranezza e l’ambiguità regnano en maitre.