Ars, la terza manovra finanziaria rinviata alla prossima settimana?

I CONTI NON TORNANO. PERCHE’ FORSE DAI ‘FAMIGERATI’ 518 MILIONI CHE ROMA ‘SGANCEREBBE’ CI SAREBBERO DA PAGARE NUOVE SPESE: GLI 80 EURO IN BUSTA PAGA DI RENZI E IL BUSINESS DEI MIGRANTI…

Slitta alla prossima settimana la manovra finanziaria all’Ars? A giudicare dall’aria che tira nel ‘Palazzo’ lo scenario sembra essere proprio questo. Alla base di un ennesimo rinvio – perfettamente in linea con lo ‘stile’ del Governo regionale di Rosario Crocetta, fatto di molto ‘fumo’ ma di poco ‘arrosto’ – ci sarebbero motivazioni di vario genere. Vediamole.

Cominciamo dagli aspetti tecnici. Incalzato da alcune forze politiche, il Governo di Rosario Crocetta dovrebbe spiegare la genesi di questi 518 milioni di euro che Roma avrebbe deciso di erogare alla Sicilia. All’inizio sembrava la restituzione di una parte degli accantonamenti romani 2014, ovvero del miliardo e 50 milioni di euro circa che il Governo nazionale ha scippato dal Bilancio regionale di quest’anno.

Poi, però, piano piano, è emersa un’altra possibile tesi: e cioè che il Governo Crocetta avrebbe ‘patteggiato’ con Roma questi ‘fatidici’ 518 milioni di euro: i soldi “pochi, maledetti e subito” in cambio della rinuncia al contenzioso della Regione con lo Stato. Se così fosse, sarebbe una beffa per la Sicilia, creditrice verso lo Stato dell’applicazione degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto e dei fondi relativi alla sanità (una barca di soldi: dal 2009 lo Stato obbliga la Regione a pagare 650 milioni di euro in più per le spese sanitarie).

Per non parlare delle perequazione fiscale e infrastrutturale in favore dei Comuni siciliani a valere sulla legge nazionale sul cosiddetto federalismo fiscale (altri soldi che lo Stato si tiene, non si capisce bene a che titolo, penalizzando i Comuni dell’Isola). Chiudendo con i ricorsi presentati alla Corte Costituzionale – ovviamente dalla Regione – avverso gli accantonamenti decisi unilateralmente da Roma: 915 milioni di euro nel 2013 e il già citato miliardo e 50 milioni di euro scippato al Bilancio regionale di quest’anno.

Su tutti questi temi, di fatto, il capogruppo di Forza Italia a Sala d’Ercole, Marco Falcone, ha chiesto al Governo “chiarezza”. Crocetta e l’assessore all’Economia, Maurizio Agnello, alla fine della scorsa settimana hanno cominciato a tergiversare. Per tutta risposta i parlamentari della Commissione Bilancio hanno chiesto le relazioni tecniche: mossa che ha mandato in tilt il Governo, che forse ha molte cose da nascondere. Cosa?

Intanto la genesi di questi fondi. Tanto che stasera, forse per rasserenare gli animi, ambienti vicini al Governo Crocetta avrebbero messo in giro la voce che l’esecutivo regionale non avrebbe rinunciato al contenzioso finanziario con lo Stato: si tratterebbe soltanto di un ‘congelamento’ dello stesso contenzioso fino al 2017.

Un altra cosa che il Governo Crocetta non ha ancora comunicato è che, dai 518 milioni di euro, dovrebbero essere sottratti i fondi per i ‘famigerati’ 80 euro in busta paga per i lavoratori con reddito inferiore a mille e 500 euro mensili. La promessa elettorale l’ha fatta il capo del Governo nazionale, Matteo Renzi. Ma in Sicilia le promesse del Governo nazionale le paghiamo noi, tanto perché la nostra è una Regione ‘Autonoma’ (o quasi…).

Insomma, dai 518 milioni di euro dovrebbero essere sottratti 140-150 milioni di euro per pagare gli 80 euro. Se sarà così, i soldi per la terza finanziaria regionale si assottiglieranno, e diventeranno 356-370 milioni di euro.

Fine delle sorprese? Ma quando mai! C’è da pagare il grande affare della ‘solidarietà’ ai migranti, frutto dell’ ‘intelligente’ legge voluta dal Ministro degli Interni, Angelino Alfano – Mare Nostrum – che ha trasformato la Sicilia in una specie di Lampedusa elevata alla decima.

Prima i criminali che gestiscono questo commercio di carne umana ‘parcheggiavano’ questi poveri disgraziati a Lampedusa. Adesso li fanno arrivare direttamente in Sicilia tra Porto Empedocle, Pozzallo e Augusta. Con doppio, possibile trasporto verso Catania e Palermo.

Prima, quando Lampedusa era piena, portare questi poveri migranti nelle coste siciliane, per i titolari delle ‘carrette del mare’, era rischioso e costoso. Adesso con l’operazione Mare Nostrum le navi italiane vanno a prendere i migranti sotto le coste libiche. Per carità: sotto il profilo cristiano e della solidarietà è una grande cosa.

Ma c’è il rovescio della medaglia, perché l’operazione Mare Nostrum, di fatto, ha abbassato sensibilmente i ‘costi’ a questi ‘pirati del mare’, moltiplicando a dismisura i loro profitti.

Infatti, ogni disgraziato che cerca di raggiungere la Sicilia paga la stessa cifra (forse addirittura maggiorata), mentre questi briganti faticano meno, visto che il ‘grosso’ del trasporto, ormai, lo fanno le navi italiane.

Ovviamente, anche nel nostro Paese c’è chi ci guadagna una barca di soldi con i migranti. Come abbiamo più volte scritto, in Sicilia c’è il grande business dei minori non accompagnati. Quando ne abbiamo scritto per la prima volta, circa un mese fa, si contavano circa 300 centri per il ricovero di minori. Ora ci dicono che sarebbero diventati circa 350.

Ricordiamo che ogni centro può ospitare fino a 12 minori. Ogni minore – non si capisce chi ha stabilito una cifra così ‘abbondante’ – costa 74 euro al giorno.

I nostri lettori si chiederanno – giustamente -: cosa c’entra tutto questo con la terza finanziaria dell’Ars? La nostra sensazione è che le due questioni potrebbero essere legate. Da cosa?

Da una circolare – ‘intelligente’ come la legge Mare Nostrum – ispirata, a quanto pare, dal solito Ministro Alfano. In base a questa circolare il costo di questi centri per i ricoveri dei minori non accompagnati arrivati grazie alla legge Mare Nostrum è stato caricato sui Comuni siciliani. Questo perché questa circolare avrebbe modificato – addirittura! – la legge nazionale n. 328 (non ci chiedete come si possa modificare una legge nazionale con una circolare ministeriale perché non lo sappiamo nemmeno noi: ma l’hanno fatto!).

Ovviamente, con la circolare tra le mani, i titolari di questi centri per il ricovero dei minori non accompagnati – quasi tutti gestiti da privati autorizzati dalla Regione e dai Prefetti (che guarda caso dipendono dal Ministero di Alfano: che combinazione!) – si sono catapultati nei rispettivi Comuni per farsi pagare.

La ‘botta’, per i Comuni siciliani, sarebbe stata tremenda: 74 euro al giorno a minore, da anticipare tutti (lo Stato, dopo, restituisce solo 20 euro a minore). Provate a immaginare la faccia dei Sindaci siciliani – che oggi non hanno nemmeno i soldi per pagare i circa 24 mila precari – quando hanno visto queste ‘stiggiole’…

Morale: è scoppiato un casino, prima a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana, e poi a Roma.

Alla fine, a Roma, il Governo Renzi – davanti a un’emergenza (i minori intanto ci sono e i titolari di questi centri di accoglienza, in buona parte gestiti da cooperative sociali, vanno avanti con scoperture bancarie) – ha detto che pagherà. Anche perché i Comuni siciliani non possono pagare per un motivo semplice: perché non hanno i soldi.

Solo che questa promessa del Governo nazionale, negli ultimi giorni, sembra molto simile alle promesse del Governo Crocetta: cioè promesse da marinaio. Insomma, per dirla tutta, negli ultimi giorni è balenato il dubbio che i soldi per pagare questi centri per il ricovero dei minori aperti in Sicilia debbano essere presi sempre dai 518 milioni di euro che già dovrebbero essere diventati – come già accennato – 360-370 milioni di euro…

Ovviamente, non c’è da pagare il costo dei ricoveri di quest’anno, ma anche il 2013. Quanto costerebbe questo scherzetto? Un anno, con 300 centri, costerebbe da 70 a 80 milioni di euro. Siamo a fine giugno, quindi dovremmo essere intorno alla metà. Più il 2013 che non siamo in grado di quantificare.

Vuoi vedere che i soldi della terza finanziaria dell’Ars, che dovrebbero servire per le attività culturali, per alcuni soggetti della tabella H, per i forestali, per l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) che sta chiudendo i battenti perché senza soldi, alla fine, finiranno per essere utilizzati, almeno in parte, per pagare gli 80 euro di Renzi e il grande business dei centri per i minori non accompagnati?

Nessuno, ovviamente, si potrebbe opporre: che fa, abbandoniamo i minori non accompagnati? Papa Francesco ci sbranerebbe…

Noi ci auguriamo di sbagliarci. Ma che una Regione in quasi dissesto finanziario debba pagare queste cose ci sembra allucinante.

E l’Unione europea? A Bruxelles, dove i ‘peli sullo stomaco’ abbondano, hanno capito due cose. Primo: che sull’assistenza ai migranti – grandi e minori – in Italia c’è il business. Secondo: che i titolari di questo business vorrebbero farsi pagare dall’Unione europea.

Così a Bruxelles – dove la fede, la speranza e, soprattutto, la carità non sono di moda – nicchiano…

In questo scenari meglio ‘aggiornare’ la manovra finanziaria terza ala prossima settimana.

Che bordello, ragazzi!

 

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]