Ars, la manovra verrà impugnata

Con quasi quattro mesi di ritardo (per la Regione siciliana questo è il quarto mese di esercizio provvisorio!), l’Ars dovrebbe finalmente riprendere oggi il dibattito su Bilancio e Finanziaria 2013. il condizionale è d’obbligo, perché la confusione è tale che non possiamo escludere altri rinvii.

Detto questo, ci sembra doveroso, anche per il rispetto vero i nostri lettori, riassumere, per sommi capi, quello che Governo regionale e Ars hanno fatto – e soprattutto quello che non hanno fatto – in questi mesi persi per andare dietro al nulla.

Il Governo, nella seconda formulazione della manovra economica (la prima, quella presentata lo scorso dicembre, era volutamente falsa e, quindi, inutile), ha messo nel Bilancio solo le spese di funzionamento della ‘macchina’ regionale (stipendi, pensioni, spese obbligatorie, eccetera), rinviando alla Finanziaria il finanziamento di tutti gli altri settori della vita pubblica siciliana (compresi quelli economici, visto che in Sicilia, con buona pace di Confindustria Sicilia, che non a caso vive abbarbicata sui fondi regionali, l’economia è fondata, nel 90 per cento e forse più dei casi sulla spesa pubblica).

La scelta del Governo è stata dettata dal fatto che la manovra 2013 nasce nel quadro di grandi difficoltà finanzia: un miliardo di ‘buco’ a valere sul 2012; un altro miliardo di euro di ammanco per quest’anno; e uno scippo abusivo di 800 milioni di euro operato dal Governo nazionale in base al Fiscal Compact, un trattato internazionale demenziale – voluto lo scorso anno dal Governo Monti e avallato da Pd, Pdl e Udc – che comporta, per l’Italia, il pagamento di 50 miliardi di euro all’anno per vent’anni.

Lo scippo di 800 milioni di euro dalle ‘casse’ regionali ha fatto saltare tutti i conti. Il Governo regionale di Rosario Crocetta, avrebbe dovuto opporti, ma non lo ha fatto, perché, come insegna il Manzoni, chi “il coraggio non ce l’ha non se lo può dare”.

Da qui la furbata del Governo: salvare le spese di funzionamento della ‘macchina’ regionale inserendole nel Bilancio, abbandonando tutto il resto a una Finanziaria che, come vedremo, verrà impugnata dal Commissario dello Stato.

Siamo arrivati al dunque: la Finanziaria. Ebbene, nonostante i tagli scriteriati operati dal Governo Crocetta, nonostante i “no” pronunciati a quasi tutti i parlamentari che, come ogni anni, chiedono di inserire nella Finanziaria tutto e il contrario di tutto, nonostante l’abolizione degli organi politici delle Province, nonostante la sanità pubblica ridotta all’osso, nonostante i tentativi, da mentecatti, di ‘assicutare’ chi vive con un sussidio di 800 euro al mese, nonostante le ‘sforbiciate’ tentate qua e là da un Governo regionale che, a sei mesi dal proprio insediamento, non ha ancora capito che il Bilancio regionale è fatto per il 95 per cento e forse più di spesa corrente, nonostante tutto questo e altro ancora, lo stesso Governo ha dovuto prendere atto, alla buon’ora, che ci sono spese che non possono essere tagliate.

Quali sono queste spese? Basta mettere assieme i 23 mila pecari degli Enti locali, i precari della Regione, i precari degli Enti regionali, quelli del Cefpas, quelli dei Consorzi di Bonifica, quelli dell’Esa e via continuando, più, naturalmente, i Comuni e i forestali (che non sono precari!), per arrivare – piaccia o no al presidente Rosario Crocetta e all’assessore all’Economia, Luca Bianchi – a una spesa che oscilla da 900 milioni a un miliardo di euro.

Attenzione: si arriva a questa cifra non tenendo conto della reale situarne finanziaria dei Comuni siciliani (che è gravissima) e attenendosi a quanto previsto dal Governo per i forestali, il cui costo passa dai 400 milioni di euro dell’anno passato a 250 milioni di euro per quest’anno.

Noi – che comunque non siamo bravi come il presidente Crocetta e come l’assessore Bianchi – riteniamo che il taglio di 150 milioni di euro operato dal Governo sul settore dei forestali sia eccessivo e foriero di grandi ‘bordelli’ nei mesi a venire.

Così come riteniamo che quest’anno molti Comuni siciliani saranno costetti a dichiarare il dissesto finanziario. 

In ogni caso, dati per buoni questi numeri – che buoni non sono, con riferimento ai forestali – siamo sempre al miliardo di euro di spese.

A questo miliardo di euro si arriva, anche, dando per accettato lo ‘spalmamento’ del miliardo di ‘buco’ del 2012 in tre annualità, a partire da quest’anno. Qui si arriva a una delle due parti deboli di tutta la manovra messa su dal Governo Crocetta.

Sotto il profilo strettamente tecnico – un aspetto tecnico che poi diventa ‘politico’ – l’ufficio del Commissario dello Stato non potrà non impugnare questa parte della manovra. Per un motivo semplice: perché se passasse la rateizzazione in tre annualità del ‘buco’ 2012, la Regione, il prossimo anno, sarebbe matematicamente in default. Proviamo a illustrare il perché.

Con la rateizzazione in tre anni del debito di un miliardo del 2012, il prossimo anno la Regione partirebbe con oltre 300 milioni di euro da pagare, più altri 300 e rotti milioni di euro sul groppone per il 2015.

Ebbene, basta dare un’occhiata alle entrate del Bilancio 2013 (questa è la seconda parte debole della manovra del Governo) per rendersi conto che alcune voci sono sovrastimate, se non fittizie.

Che significa questo? Semplice: che se dovesse passare la rateizzazione del debito 2012 in tre anni, la Regione siciliana, tra la rata di oltre 300 milioni i euro del secondo anno, le entrate fittizie di quest’anno e le altre ordinarie ‘sofferenze’, chiuderebbe il consuntivo 2013 con un indebitamento superiore al miliardo di euro.

Che cosa farebbero Governo e Ars il prossimo anno? Rateizzerebbero per gli anni a venire il miliardo e 300 milioni o il miliardo e 400 milioni di ‘buco’ per gli anni successivi?

Davanti all’evidenza dei numeri – che non può essere cambiata – all’ufficio del Commissario dello Stato non rimarrà che impugnare questa parte della manovra. Per costringere Governo e Ars a reperire, quest’anno, altri 600-700 milioni di euro, con tagli e non con mutui, trattandosi, ovviamente, di spese correnti.

Guarda caso, i 700 milioni di euro che mancano per chiudere il Bilancio della Regione sono quelli che il Governo nazionale si è presi dalle’ casse’ della Regione per il Fiscal Compact.

Questo taglio assurdo operato dal Governo Monti alle ‘casse’ della Regione, come il nostro giornale ripete da oltre un mese, andava contestato subito. O andava riparato almeno con una parziale applicazione dell’articolo 37 dello Statuto, facendo arrivare nelle ‘casse’ della Regione un gettito, per l’appunto, non inferiore a 800 milioni di euro (e non i 50 milioni di euro, che nemmeno ci sono, proposti dall’assessore Bianchi!).

Insomma, delle due l’una: o la manovra che l’Ars si accinge ad approvare verrà impugnata, o il prossimo anno la Regione siciliana non ci sarà più. Noi non vediamo altre soluzioni.

 

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]