Arresti e operazioni antimafia della polizia nel 2016 Da lotta al traffico di droga a 125 scafisti in manette

Tanti scafisti, alcune operazioni antimafia e la lotta al traffico internazionale di droga. Sono questi i tre pilastri su cui poggia il 2016 della polizia di Catania nel contrasto alla criminalità organizzata. L’anno che si appresta ad andare in pensione verrà ricordato per l’inchiesta Bulldog. A gennaio scorso finiscono in manette 16 persone, accusate di fare parte della famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. Tra di loro spicca il nome di Roberto Vacante, considerato dagli inquirenti «un personaggio di rango apicale». Su di lui pesano le parentele con i Santapaola, di cui è cognato e genero, e numerosi arresti: dall’operazione Efesto ad Arcangelo nel 2007. Sotto la lente d’ingrandimento della polizia finiscono anche i Caruso, imprenditori etnei ritenuti dei prestanome di Cosa nostra. Alcuni mesi dopo un approfondimento di MeridioNews scattano anche i sigilli per il ristorante Pitti di via di Sangiuliano. Per gli investigatori l’esercizio commerciale sarebbe riconducibile a Salvo Caruso, accusato di essere un prestanome proprio di Vacante.

Nel resoconto 2016 della polizia ci sono anche l’operazione Kiss, che a gennaio si conclude con l’arresto di sei persone che si occupavano di spaccio di droga. Un mese dopo tocca al clan Mazzei con l’inchiesta Nero infinito. Tra i nomi illustri c’è quello di Rosario Piacenti, storico capo ultras della curva Sud dello stadio Angelo Massimino, e la madre Salvatrice Viola. Insieme ad altre quattro persone sono accusati a vario titolo di usura ed estorsione con l’aggravante mafiosa. La mafia a Catania continua a fare affari sopratutto con la droga. Una gestione a carattere familiare che si caratterizza per la gestione delle storiche piazze di spaccio. Family è il nome dell’inchiesta che a marzo si conclude con le manette per Andrea Cambria e Santo Strano. Rapina e ricettazione sono invece le accuse che vengono mosse alle persone coinvolte nell’inchiesta Smoke free. Tra di loro c’è anche Massimo Arena, figlio del noto boss di Librino, Giovanni.

Tra le cosche finite sotto la lente d’ingrandimento con maggiore insistenza ci sono sicuramente i Mazzei. Per i fiancheggiatori del boss Nuccio, scattano le manette a ottobre con l’operazione Target. A ottobre è il turno dell’inchiesta Black tie. La polizia arresta Concetta Salici, accusata di gestire un giro di prestiti a usura. Con lei avrebbero collaborato il fratello Giovanni e il figlio Gaetano Bellia. Quest’ultimo arrestato nel novembre scorso durante l’operazione Revenge 5 contro il clan mafioso dei CappelloBonaccorsi. Ultime delle operazioni scattate nel 2016 è quella ribattezzata Grimaldi square. Sul fronte droga ci sono poi alcuni sequestri. A spiccare su tutti è quello di una tonnellata di marijuana, che è stata intercettata dentro un garage di Mascali a fine novembre, e pronta a rifornire le piazze di spaccio di Catania. 

Nell’elenco dell’attività della polizia nel 2016 c’è anche il contrasto all’immigrazione clandestina. Gli scafisti individuati sono stati 125 a fronte di 46 sbarchi. I vertici delle organizzazioni che operano in Libia restano però in libertà e continuano a gestire i loro affari milionari. Sempre sul fronte del contrasto alla criminalità straniera, vanno segnalate, tra le altre, le seguenti operazioni: Mummy, Somalia Express, Sisters e Skin trade che hanno portato nel complesso all’arresto di 34 persone a vario titolo accusate di tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. 

C’è poi il capitolo che riguarda i latitanti. Nel 2016 sono state rintracciate tre persone che si erano rese irreperibili. Si tratta di Fausto Marletta, arrestato ad Amsterdam e ritenuto affiliato della famiglia Santapaola-Ercolano; Mario Agatino Mirabella, che è stato preso dopo 15 giorni di mancata reperibilità; e Carmelo Sottile. Resta in libertà il ricercato numero uno: Andrea Nizza, ritenuto il vertice della mafia etnea. Di lui si sono perse le tracce dal dicembre 2014. Tra i fatti di sangue risolti c’è l’omicidio di Maurizio Maccarrone, commesso ad Adrano il 14 novembre 2014. A dicembre 2016 sono finiti in manette Antonio Magro e Massimo Merlo, presunti mandanti e killer.


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