Sono arrivati al molo Puntone gli immigrati soccorsi nel Canale di Sicilia nei giorni scorsi. Tra loro anche 191 donne. Viaggiavano a bordo della nave Hessen della Marina militare tedesca. Al porto ad accoglierli la task force predisposta dalla prefettura. Il sindaco contro il permesso di soggiorno: «Sia abolito. È un vero e proprio strumento di tortura»
Approdati 869 migranti Ci sono anche 99 minori
E’ approdata a Palermo la nave Hessen della Marina militare tedesca a bordo della quale viaggiavano 869 migranti, soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. Si tratta in prevalenza di uomini (579), ma ci sono anche 191 donne e 99 minori. Sul molo è già operativa la task force predisposta dalla Prefettura, dopo le prime visite mediche saranno trasferiti nei centri di accoglienza, predisposti in città e in provincia. Il flusso degli sbarchi prosegue da giorni senza sosta. Secondo fonti della Marina britannica, sarebbero almeno 15 i barconi alla deriva e tremila le persone soccorse nelle ultime ore.
L’ennesimo sbarco per il sindaco Leoluca Orlando è l’occasione per ribadire l’urgenza dell’abolizione del permesso di soggiorno, che è diventato «un vero e proprio strumento di tortura». Il primo cittadino, dopo aver ricordato che «Palermo è la città dell’accoglienza», ribadisce: «Noi non vogliamo essere considerati compici del genocidio in corso nel Mediterraneo. Ed è per questo motivo che domani sarò a Berlino, per rispondere all’invito ufficiale del Parlamento tedesco, il Bundestag, dove illustrerò il contenuto della Carta di Palermo, approvata nella nostra città nel marzo scorso, al termine del convegno internazionale ‘Io sono persona’».
Una copia è stata donata da Orlando a Andreas Seidl, comandante della nave Hessen della Marina tedesca, che ha salvato i migranti giunti oggi in città. Il sindaco, che ha assistito, al porto, insieme all’assessore alle Attività sociali, Agnese Ciulla, alle operazioni di sbarco degli immigrati, ringrazia «tutti coloro che lavorano alla prima accoglienza». Il problema, per il sindaco, subentra dopo, con la seconda accoglienza. «Riteniamo sia giunto il momento che la Comunità internazionale si mobiliti per l’abolizione del permesso di soggiorno – ha concluso – e cioè si attivi per abolire questo strumento di tortura che costituisce la nuova pena di morte e la nuova schiavitù».