Appalti sanità, stop a gara per biancheria negli ospedali Tar accoglie il ricorso di due imprese e la storia si ripete

Se c’è un posto dove il tempo sembra spesso fermarsi, è la Centrale unica di committenza della Regione Siciliana. Da tempo nel mirino delle critiche e accusata di inefficienza per via delle tante procedure di gara non andate in porto, e l’anno scorso finita al centro dello scandalo corruzione Sorella Sanità, la Cuc continua a non navigare in buone acque. L’ultimo stop – al momento temporaneo ma, considerati i precedenti, non sono da escludere effetti più duraturi – riguarda la gara per il noleggio e il lavaggio della biancheria negli ospedali regionali. Già a gennaio, la centrale di committenza si era trovata nelle condizioni di correggere il tiro, annunciando modifiche al bando di gara, a partire dalle basi d’asta dei singoli lotti. Adesso, invece, è stata decisa la sospensione dei termini per presentare le offerte

A imporre la pausa è stato il tribunale amministrativo di Palermo, che ha accolto due differenti ricorsi presentati dalle imprese Tutonet e Lavanderia Igea. La prima, a fine 2017, era già stata firmataria del ricorso che aveva portato, l’estate successiva, alla revoca della gara d’appalto per il lavanolo. Quasi quattro anni dopo, la storia si ripete e la ditta ragusana si è vista accogliere l’istanza cautelare dal Tar, che, fissando per il 24 giugno la camera di consiglio, ha congelato i tempi di presentazione delle buste. Per partecipare alla gara del valore complessivo di oltre 105 milioni di euro, bisognava presentare l’offerta entro il 25 maggio, termine che era stato già oggetto di una proroga concessa dalla Cuc su richiesta dei potenziali partecipanti. 

Adesso, però, tutto si fermerà in attesa della decisione dei giudici che dovranno entrare nel merito dei rilievi fatti dalle ditte. Sarebbero diverse le criticità contenute nei documenti di gara. «Gravi errori, illogicità e carenze, tali da non consentire di effettuare alcuna valida offerta», si legge nel ricorso. Tra gli elementi messi in discussione c’è la mancata indicazione della scorta di biancheria che dovrebbe essere fornita a noleggio e l’assenza della scheda relativa alla dotazione del materiale già in possesso delle aziende sanitarie provinciali. A non essere chiare, poi, sarebbero pure le modalità di ritiro e consegna della biancheria, mentre il prezzo a base d’asta – già rivisto a gennaio – sarebbe ritenuto ancora non adeguato.

Della gara per il lavanolo si è parlato di recente anche in commissione regionale Antimafia. L’organismo presieduto da Claudio Fava, in questi mesi, sta lavorando a una relazione sulla situazione relativa agli appalti del settore sanità.  


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