Amaro inizio di settimana questa mattina per il presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava. Una lettera contenente un proiettile calibro 7.65 – lo stesso utilizzato per il padre giornalista Giuseppe, assassinato a Catania il 5 gennaio 1984 da un killer della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano – indirizzata al presidente dell’organismo parlamentare d’indagine è stata recapitata questa mattina a Palazzo dei Normanni. La Digos ha già provveduto al sequestro della busta e del contenuto. Oltre al proiettile non ci sarebbe stato altro all’interno. «Non ho dichiarazioni in merito, sicuramente il nostro lavoro andrà avanti», si limita a dire il parlamentare de I Cento passi.
Fava è stato eletto alla guida della commissione regionale Antimafia lo scorso 16 maggio. Già a partire dal mese successivo, la commissione ha avviato un’indagine conoscitiva sul cosiddetto sistema Montante, mentre a partire da luglio l’organismo parlamentare sta indagando anche sul fronte dei depistaggi sulla strage di via D’Amelio emersi dalla sentenza del Borsellino quater. Nei giorni scorsi è diventata legge una proposta di Fava sull’obbligo per i parlamentari regionali di dichiarare la propria eventuale appartenenza a logge massoniche.
La busta è arrivata in commissione Antimafia, gli uffici si trovano al piano basso di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea siciliana, assieme ad altra corrispondenza. Ad aprire il plico sono stati alcuni collaboratori di Fava, che hanno immediatamente avvertito la Digos.
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